“Per gli alberghi un disastro senza precedenti”
Il presidente di Federalberghi Varese, Venturi: "Avevamo molte aspettative per il 2020, ora temiamo chiusure diffuse"
«Un disastro senza precedenti, nemmeno nei giorni che hanno seguito l’11 settembre». Gli alberghi della provincia di Varese stanno vivendo una crisi nera dalla quale a fatica riescono a vedere una via d’uscita.
A farsi portavoce delle difficoltà degli imprenditori è il presidente di Federalberghi Varese, Frederick Venturi che non usa mezzi termini: «Se non si interviene subito con misure economiche immediate e significative e non solo a breve termine, le strutture del Varesotto non avranno alternative che la chiusura».
Qualcuno lo ha già fatto, anche se in via temporanea, per tamponare l’impossibilità di far fronte alle spese.
Ma temporaneo può voler dire una settimana come molto di più. «È proprio la situazione di incertezza a rendere il quadro preoccupante – sottolinea Venturi -. Non ci sono prenotazioni e quelle che c’erano sono state disdette. E qualsiasi impresa di qualsiasi settore, se si vede azzerate le entrate da un giorno all’altro e non sa quando ci sarà la ripresa, non può che andare in crisi».
Dal confronto con gli albergatori non emergono solo le cifre che non quadrano più, ma soprattutto le emozioni: paura e preoccupazione. «I gestori sono disperati, non c’è molto altro da aggiungere. Lo sono quelli che operano su Malpensa, che almeno prima potevano contare su una clientela fissa data dagli equipaggi, che però non ci sono più. L’aeroporto è deserto e questa situazione si aggiunge al precedente di Air Italy. Ma lo sono anche quelli dell’area dei laghi, dove si lavora anche con una clientela che arriva dall’estero (qui la posizione di Federalberghi Vco). È poi fermo il turismo congressuale e quello legato agli eventi».
Il turismo in provincia di Varese è uno dei settori più dinamici(qui i dati sull’andamento del settore) e questa crisi sembra davvero essere quello che filosofi ed economisti definiscono il “cigno nero“, l’evento imprevedibile, che rimette tutto in discussione. «Dopo la crisi del 2008 la situazione era decisamente migliorata – spiega il presidente di Federalberghi -. Expo ha dato un impulso importante e, anche se non si può parlare di ritorno agli anni d’oro, c’erano molte aspettative da questo 2020. Ora, da una settimana all’altra ci siamo trovati in questa situazione mai vista prima».
Albergatori, ristoratori, ma anche l’indotto, i fornitori di merci e servizi rischiano di pagare il conto più salato: «Il turismo è il settore dove gli effetti di quello che stiamo vivendo sono immediati ed evidenti – conclude Venturi -. Gli operatori si chiedono quanto durerà questa crisi, ma anche, una volta finita, come si farà a ricostruire? Come recupereremo la nostra reputazione? Poi c’è il fronte occupazionale che è grave. La cassa integrazione in deroga aiuterà a tamponare l’emergenza per poco ma poi come si reagirà? Come potremo affrontare le scadenze fiscali? Sono troppi gli interrogativi aperti. Una cosa invece è certa, il danno per il tessuto economico è milionario»
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