
Il Ticino decreta lo stato di necessità ma non chiude le scuole dell’obbligo
Nuove misure decise dal Consiglio federale per rallentare la diffusione del coronavirus ma non cede alle pressioni per chiusura delle scuole dell'obbligo

Il governo del Canton Ticino non cede alle pressioni della popolazione e non chiude le scuole dell’obbligo. E’ quanto comunicato durante la conferenza stampa tenuta a Bellinzona oggi pomeriggio alle 16.30.

Tra le nuove misure decise dalle autorità cantonali in materia scolastica, è prevista la chiusura delle scuole sole post-obbligatorie, pubbliche e private.
«I bambini e i giovani non sono soggetti particolarmente a rischio – ha detto il consigliere Manuele Bertoli, a capo del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport – ma se restano a casa e vengono accuditi dai nonni possono contagiare le persone anziane, che sono quelle più a rischio, e noi dobbiamo evitare lo scambio intergenerazionale con molti anziani ammalati, cosa che andrebbe a creare pressioni sul sistema sanitario che non ci possiamo permettere».
Queste sono le misure che scatteranno da domani giovedì 12 marzo e che resteranno in vigore, salvo ulteriori inasprimenti, fino al 29 marzo:
– Viene decretato lo stato di necessità sul territorio cantonale fino al 29 marzo prossimo.
– Le organizzazioni di Protezione civile limitano la chiamata in servizio al personale non impiegato presso strutture sanitarie o sociosanitarie.
– Alla popolazione viene fortemente raccomandato il rispetto delle norme igieniche e dei rapporti interpersonali.
– Per le persone over 65 e per i gruppi vulnerabili è fortemente sconsigliato di accudire minorenni, partecipare a manifestazoni pubbliche o private, utilizzare il trasporto pubblico (se non per questioni mediche o per l’acquisto di beni di prima necessità).
– I luoghi d’intrattenimento (cinema, discoteca, locali notturni, impianti di sci…) devono rimanere chiusi.
– Sono vietate le attività e gli eventi sportivi di qualsiasi tipo, a prescindere dal numero di presenti.
– Gli esercizi alberghieri e della ristorazione che dispongono di un’autorizzazione alla gerenza per più di cinquanta persone possono esercitare con meno di cinquanta persone (compreso il personale) e garantendo la distanza sociale.
– Tutte le altre attività commerciali aperte al pubblico devono garantire la distanza sociale e assicurare le norme igieniche.
– Le manifestazioni pubbliche e private con più di 50 persone, organizzatori compresi, sono vietate.
– Polizia cantonale e comunale sono incaricate di vigilare sul rispetto delle misure.
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