Cuvio, i risultati dello screening: positivo il 6% degli esami
Arriva il responso sui 417 campioni inviati al laboratorio analisi. A contatto col virus 25 persone

Il 6 per cento dei 417 cittadini di Cuvio e non sottoposti a screening sierologico sono entrati in contatto col virus.
La mappatura voluta dal sindaco Enzo Benedusi – seconda in provincia di Varese dopo quella di Cocquio Treviso svolta in autonomia dai sindaci – si è svolta gli scorsi 25 e 26 aprile e i risultati completi sono stati resi noti nella giornata di oggi, giovedì 30.
Nella comunicazione il sindaco, Benedusi spiega che i positivi ufficiali dichiarati da Ats ad oggi sono 2 e altrettanti in osservazione, per quanto riguarda il solo comune di Cuvio; il risultato del test dimostrano un incremento anticorpale nel 6% dei soggetti sottoposti al test che sono 246 residenti a Cuvio e 171 non residenti (a Cocquio Trevisago su 1100 test è risultato positivo il 2,4% degli esami).
«Abbiamo comunicato telefonicamente l’esito dei test ai soli soggetti coinvolti cui consegneremo il referto stesso da mettere a disposizione del loro medico curante. Per loro il Centro Operativo Comunale è attivo per fornire supporto informativo (secondo le norme di privacy) e i sistemi du protezione individuale, consigliando norme di aitoisolamento, in attesa delle opportune azioni che Ats deciderà di compiere».
I valori sono già stati inviati ad Ats. «Dai dati raccolti, che fotografano il nostro territorio in questo momento, si evince il valore dell’operazione “lockdown“ attuato dal nostro territorio, con il completo rispetto delle regole di autoisolamento dei nostri concittadini effettuate nelle scorse settimane, grazie anche all’importante supporto garantito dalle forze dell’ordine e dagli operatori di protezione civile e dei volontari per favorire in ogni mio la protezione dei cittadini».
Il sindaco oltre ad invitare a seguire alla lettera le indicazioni delle autorità per le prossime settimane fa sapere che «i dati ci permettono di limitare maggiormente i potenziali punti di contagio e ci indicano che è necessario non abbassare la guardia per aiutare tutta la popolazione ora che ci avviamo alla “fase2“, ossia quella della riapertura».
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