Radio Busto annuncia: “L’Italia è libera!”
Il messaggio, diffuso alle 22 del 25 aprile, arrivò fino agli Usa. L'operazione fu fatta dai partigiani cattolici e dallo spericolato agente segreto italo-americano Aldo Icardi
Anche la radio ha fatto il 25 aprile. C’è la voce di Sandro Pertini che ordina «ponete i tedeschi di fronte al dilemma “arrendersi o perire”», il più famoso proclama di quei giorni. Ma c’è anche il meno conosciuto messaggio letto nella notte a Busto Arsizio che – grazie alle trasmissioni ad onde corte – arrivò fino negli Stati Uniti: «L’Italia è libera» (foto da museopartigiano.it).
L’emittente si chiamava Radio Tevere sino a poche ore prima: collegata all’EIAR, l’antesignana della Rai, trasmetteva programmi di sostegno al regime fascista.
I potenti impianti ad onde corte erano stati trasferita a Busto (studi in centro, trasmettitori a Olgiate Olona, via Diaz) dopo l’occupazione di Roma da parte degli Alletai
La vicenda di Radio Busto nacque dal forte ruolo dei partigiani cattolici del Raggruppamento Divisioni “Alfredo Di Dio”, componente importante della Resistenza tra Lombardia e Piemonte. I patrioti “azzurri” avevano le loro formazioni nell’Ossola, sul Mottarone e nella pianura dell’Alto Milanese. E soprattutto avevano contatti con Aldo Icardi, spericolato agente segreto italo-americano dell’Oss: proprio Icardi, che spesso stava a Busto, lavorò all’idea della trasmissione radio.
Il plastico degli impianti di Radio Busto al museo del Raggruppamento Divisioni Alfredo Di DioLa mattina del 25 aprile venne occupata dai partigiani del Bustese. L’ingegnere siciliano Giovanni Lombardi curava la parte tecnica, il messaggio fu scritto da Enrico Tosi (futuro esponente della Democrazia Cristiana) e fu letto alle 22 da una studentessa di fisica, Vanna Tongiorgi:
«Cittadino italiano, tu che hai sofferto per la tua Patria ancora una volta calpestata dal barbaro nemico, l’ora della tua liberazione è giunta. Lavoratore, ancora per qualche giorno controlla ogni tentativo di distruzione delle tue macchine, delle tue officine, delle tue fabbriche, delle centrali elettriche. Salva la tua ricchezza di domani. Industriali, disponete perché il lavoro continui, perché le mense aziendali non abbiano a subire interruzioni. Donne, siate degne nel’ora che volge. Italiani tutti, al vostro posto per la battaglia!»
Gli scontri ci furono, effettivamente, e impegnarono tanto i “rossi” delle Brigate Garibaldi – Divisione Valle Olona – quanto i patrioti “azzurri” della Divisione Alto Milanese, protagonisti di scontri – tra le altre località – a Samarate e a Inveruno (vedi qui). Il 28 aprile una forte colonna tedesca arrivò dal Castanese fino al cimitero di Busto, dove fu fermata per ore: le trattative coinvolsero il democristiano Luciano Vignati, il comunista Cino Moscatelli (sceso dall’Ossola) e l’istrionico Icardi.
Un momento della trattativa tra partigiani e tedeschi del colonnello Schmoller, foto da museopartigiano.itNelle settimane successive alla Liberazione la direzione di Radio Busto fu affidata a un docente di lettere, il professor Nino Miglierina, che fu in seguito anche condirettore del quotidiano “La Prealpina”. Le trasmissioni furono orientate anche a tenere i contatti con i soldati ancora in giro per l’Italia e all’estero, anche l’italo-americano Icardi trasmetteva in inglese. Purtroppo però l’emittente ebbe vita breve: venne chiusa e il personale Eiar richiamato a Milano.
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