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I pazienti oncologici al tempo del Covid hanno bisogno di maggiori tutele
L’avvocato Elisabetta Iannelli, vicepresidente Aimac e segretario nazionale Favo, spiega di quali garanzie c'è bisogno per non rischiare la salute o il posto di lavoro
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Essere pazienti oncologici in questo periodo non è semplice. Non lo è mai stato, difficile nel fisico e nell’anima. Il Covid, però, ha reso ancora più complicata la gestione persino della quotidianità.
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« I pazienti oncologici sono fragili e tra le categorie più a rischio in questa pandemia – spiega l’avvocato Elisabetta Iannelli vicepresidente Aimac e segretario nazionale Favo – I dati ci dicono che tra le vittime di questo coronavirus il 16% aveva patologie oncologiche».
Rimanere a casa, dunque, è stato ed è un imperativo. Purtroppo, però, la situazione sanitaria mal si concilia con quella economica, regolata da normative che, in concerto , non tutelano appieno le legittime aspettative di sicurezza di questi pazienti: « Tutti gli strumenti ordinari che già esistevano, come congedi e permessi 104, o assenze per malattia o per cure mediche, non legittimano un’assenza dal luogo di lavoro per tempi prolungati. L’isolamento al domicilio rischia di far superare i giorni di assenza consentiti con la conseguenza di rendere possibile il licenziamento».
Le principali associazioni di volontariato si sono mosse con insistenza per ottenere, nei diversi decreti e ordinanze che si sono susseguiti, tutele ulteriori per questa fascia più fragile di popolazione: « Con il decreto “Cura Italia” il Governo ha emanato una serie di misure straordinarie di sostegno all’economia e alle famiglie messe in difficoltà dall’emergenza epidemiologica da Coronavirus . Di particolare interesse, per le persone malate di cancro o affette da altre patologie gravi che a causa della malattia o dei trattamenti terapeutici si trovano in condizione di immunodepressione, si segnalano alcune misure, in materia di tutela del lavoro, che si aggiungono a quelle precedentemente emanate a tutela dei lavoratori anche in assenza di particolari condizioni di salute. Ora aspettiamo il nuovo decreto che, a quanto pare, prevede garanzie per questi pazienti oncologici ma ponendo delle condizioni che rischiano di rendere difficile la fruizione dei diritti. In particolare viene richiesta una triplice dichiarazione da parte della propria Ats, del medico aziendale e del medico curante, che richiedono impegno e spostamenti. C’è inoltre la possibilità che il medico aziendale attesti l’inidoneità temporanea assoluta che permette, sì, di stare a casa, ma senza stipendio.
La cosa positiva, è aver previsto dei giorni aggiuntivi collegati al permesso della 104: ai tre di base mensili, se ne possono aggiungere 12 a bimestre da spalmare secondo le esigenze personali».
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