Ex-Borri: “Parco della genesi bocciato perchè chi lo propone non vota Antonelli e Reguzzoni”

In una lettera lo sfogo di una cittadina che ha sostenuto il progetto portato avanti da diverse associazioni e firmato da 2745 cittadini: "Trattati come cittadini di serie B"

presentazione progetto parco della genesi ex borri

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una cittadina di Busto Arsizio, Margherita Della Bella, che esprime tutto il suo rammarico per un’occasione persa per la città e cioè la possibilità di trasformare una parte dell’ex-calzaturificio Borri in un parco, frutto del lavoro condiviso di di diverse realtà cittadine (associazioni culturali e ambientaliste) che nei mesi scorsi hanno avviato e portato a conclusione un percorso partecipato di coprogettazione per il cosiddetto Parco della Genesi. Il progetto, corredato da 2745 firme di cittadini di Busto Arsizio, non è stato ritenuto fattibile dall’amministrazione guidata da Emanuele Antonelli il quale, nel corso dell’ultimo consiglio comunale, l’ha stroncato definitivamente rispondendo ad un’interrogazione presentata dalla consigliera Cinzia Berutti.

Venerdì 12 giugno, a sei mesi dall’invio al Comune di Busto Arsizio della Proposta di Percorso Partecipato per il Parco della Genesi – inviata secondo quanto stabilito dall’art.33 dello statuto comunale e rimasta senza risposta da chi di dovere – se ne è finalmente riparlato grazia ad un consigliere PD che ha presentato una mozione alla Commissione Consiliare Urbanistica per chiedere che:

– approvi la proposta di percorso di progettazione partecipata del Parco della Genesi, sottoscritta da 2.745 cittadine e cittadini;
– avvii, di conseguenza, il percorso di progettazione partecipata del Parco della Genesi anche avvalendosi della consultazione e della collaborazione di tutte quelle realtà cittadine che sono interessate al recupero di un’area degradata della città caratterizzata da alta densità abitativa e scarsa dotazione di verde.

Il risultato è andato oltre le aspettative! Nessuna risposta è stata data dal sindaco destinatario della domanda, in quanto presidente della Giunta Comunale e in possesso di delega ai lavori pubblici, perché, forse per toglierlo d’impaccio, ha subito preso la parola la consigliera Paola Reguzzoni (Lega) che, esibendo la più totale ignoranza rispetto ai contenuti ed ai valori della proposta, si è esibita in una serie di dichiarazioni discutibili.

Dalle sue parole è infatti emersa chiaramente una scarsa considerazione per i cittadini firmatari (2.745) che, secondo lei, avrebbero sottoscritto la Proposta senza averla compresa, e l’errata convinzione che gli stessi sarebbero anche i protagonisti del processo di progettazione, causando in questo modo lungaggini e inefficienza in contrasto con la sua attitudine a realizzare presto opere e progetti.

Peccato che la consigliera Reguzzoni fosse già in auge quando vent’anni fa l’amministrazione del leghista Tosi ha acquistato l’ex-calzaturificio Borri e in Agesp quando è stato lanciato ai professionisti locali il “concorso di idee” per il risanamento e la destinazione del complesso. Dell’iniziativa non si è saputo più nulla ed, a ricordarla, è rimasto per lunghi anni un beffardo striscione che una reale capacità di rapida risoluzione dei problemi avrebbe consigliato di far rimuovere.

Come si può giustificare tale arroganza? Con la certezza che i cittadini siano dalla parte di una maggioranza che ritengono ormai consolidata? È per questo che li definisce inconsapevoli, incapaci di porre una firma ragionata?

Ai bustocchi/bustesi la riflessione e la risposta!

Mi preme comunque sottolineare la sconcertante dichiarazione del sindaco che, in risposta alla reiterata domanda di discutere la Proposta da parte della proponente della mozione, la consigliera PD Cinzia Berruti, biascicava dietro il filtro inconsapevolmente complice della mascherina “il problema è Vitaliano Caimi” (come si può chiaramente ascoltare nella registrazione a disposizione nel sito del comune).

Ora non c’è bisogno di essere addentro alle cose di Palazzo Gilardoni per sentirsi rizzare i capelli in testa; basta il normale senso civico di una casalinga come me per rimanere annichilita, ma trovare il fiato per gridare: “VERGOGNA”, tacendo il resto dei pensieri emersi a corollario!

Quindi la Proposta non è piaciuta all’illustre sindaco perché capofila della sottoscrizione è un cittadino a lui sgradito? Non è venuto in mente al signor sindaco che la proposta è frutto del lavoro e confronto di molti cittadini che si sono ritrovati nel desiderio di realizzare nella nostra città quella partecipazione alla cosa pubblica, ormai prassi consolidata in molte città e ampiamente sollecitata anche in regolamenti europei?

La proposta, passata per vie molto più confidenziali, di creare il “bosco di San Giuseppe” è invece stata accolta e subito battezzata con visite in loco delle autorità cittadine, forse perché desiderose di assicurarsi un corredo di sostegno elettorale per le prossime elezioni amministrative?

Mi piace l’idea che si crei il “bosco di San Giuseppe” e che si risani l’ampia zona adiacente il cavalcavia del Roccolo, ma non accetto che quella di 2.745 cittadini di chiedere un parco pubblico nell’area degradata dell’ex-calzaturificio Borri e in una zona della città che manca di verde venga prima ignorata e poi rigettata per ragioni personalistiche.

Mi auguro che altri cittadini di Busto Arsizio possano leggere queste mie riflessioni e commentarle, se vorranno, pur non condividendole, ma ritengo fondamentale che questo episodio emblematico non cada nel silenzio e nel dimenticatoio.

Busto Arsizio, 18 giugno 2020

Margherita Della Bella

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 18 Giugno 2020
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