Patate “a ruba”, record di vendite in Svizzera durante il lockdown
Mentre in Italia lievito e farina erano ricercati, oltre confine si è registrato un boom nel consumo di patate e dei prodotti derivati tra cui il Rösti
Tutti ricordiamo le immagini degli scaffali dei supermercati semivuoti di qualche mese fa, la ricerca della farina e anche del lievito di birra, diventato di punto in bianco un bene raro. Ma mentre in Italia durante il lockdown nelle cucine di casa si sfornavano torte e pizze, in Svizzera sono andate a ruba le patate. Con i ristoranti chiusi, nei mesi di marzo e aprile, si è registrato un boom di vendita mai visto prima per il consumo domestico. Secondo i dati diffusi dall’Ufficio federale dell’agricoltura, nei primi sei mesi dell’anno gli svizzeri ne hanno acquistate dai venditori al dettaglio 52,4 milioni di chili con un picco proprio nei mesi del distanziamento obbligatorio.
Si tratta della cifra più alta degli ultimi dodici anni. Rispetto allo stesso periodo del 2019 il mercato è cresciuto del 5,8 per cento, nello stesso periodo gettonatissimi anche i prodotti derivati come patatine fritte e rösti.
Le patate sono l’ingrediente principe per molte preparazioni. In Svizzera, tra le più note c’è il Rösti, una ricetta tipica molto conosciuta. Originariamente alla base della colazione contadina in Svizzera tedesca, oggi è conosciuto come un piatto nazionale preparato in diverse zone della Confederazione, con alcune varianti territoriali.
Le patate sono anche l’accompagnamento perfetto per la Raclette (qui maggiori informazioni e ricette), speciale formaggio che viene portato ad alta temperatura e fuso attraverso un apposito fornellino e infine adagiato sulle patate precedentemente lessate. Una curiosità tutta svizzera: la storia narra che anche Guglielmo Tell mangiò la raclette prima del famoso tiro alla mela poggiata sulla testa del figlio. Il piatto lo ristorò prima del celebre gesto.
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