Violenze a Busto Arsizio, la città si interroga sul malessere dei giovani e sul vuoto post covid-19
Al centro del dibattito la piazza Vittorio Emanuele, nuovo cuore storico della città mai decollato e assediato dal degrado, e una tendenza alla violenza tra i giovani che affollano le notti estive di Busto Arsizio
La città si interroga sulle numerose violenze tra i giovani che si sono verificate nelle calde serate in centro e la piattaforma preferita per avviare questo tipo di discussioni è la piazza virtuale di facebook dove, nei gruppi cittadini più numerosi e partecipati come Busto Arsizio 360°, in molti si chiedono se vi sia davvero un’emergenza tra i tanti ragazzi che gravitano attorno alle piazze centrali e come affrontarla.
C’è chi invoca una maggiore repressione da parte delle forze dell’ordine e chi se la prende coi genitori della minoranza violenta e rumorosa che si rende protagonista di fatti eclatanti. Tutto è iniziato con il ferimento di un giovane di 14 anni che ha rischiato la vita a causa di una bottigliata ma da allora, circa un mese e mezzo fa, ci sono stati almeno una decina di aggressioni e risse.
Uno dei contributi più completi alla discussione arriva da Ornella Nicola che ha articolato una riflessione rilevante che ha avuto il merito di stimolare il dibattito sull’argomento e che vi riproponiamo
Il degrado, il bullismo, il vandalismo, non si combattono con la repressione, ma favorendo la creazione di comunità che hanno a cuore il benessere dei propri membri.
Ieri sera in Via Pozzi uno spettacolo sconcertante: una quindicina di ragazzi, e un paio di ragazze si sono ammassati in un capannello, ridevano scherzavano a voce alta, fin qui tutto bene, poi tre o quattro hanno cominciato a spintonarsi, fino a quando uno è caduto a terra, e altri due o tre hanno cominciato a prenderlo a calci, nel frattempo alcuni rimasti intorno hanno cominciato a filmare col telefonino.
Il tutto sarà durato poco più di cinque minuti.Poi il ragazzo a terra si è rialzato come niente fosse.
Una finta?
Una messinscena concordata per girare un video?Non so, io ho avuto questa sensazione, anche perché poi se ne sono andati in gruppo… Allegramente.
Nessun giudizio morale, ma una riflessione si impone a tutti, tutti dobbiamo chiederci perché avvengono queste cose e dobbiamo contribuire a porre un argine “costruttivo” a questi avvenimenti.
Questi ragazzi si annoiano, non hanno nulla da fare insieme, nulla di interessante, nulla di divertente, nulla che dia loro modo di affermarsi, di riconoscersi, allora meglio emulare l’unica cosa che in un qualche modo li faccia sentire vivi, meglio scazzottarsi, anche per finta, e poi pubblicare un video.
Questo vi fa rabbrividire?
A me, più che altro fa tristezza e rabbia.Eppure qualche piccola cosa si potrebbe fare.
COSA?
Creare condizioni di aggregazione giovanile a costo molto contenuto per animare le piazze del centro, specie piazza Vittorio Emanuele, ridotta a un eterno squallido cantiere vuoto.
Azzardo qualche timida proposta e invito tutti ad offrire suggerimenti.
A volte le iniziative migliori partono dal basso.1- allestire in piazza un grande schermo per proiezioni di musica/video/videogiochi (magari interattivi!)
2- Allestire una scacchiera temporanea a pavimento per imparare a giocare a scacchi, a dama.
3- Dedicare una sera allo scambio di fumetti, libri, giochi e magari piccole autoproduzioni.
4- posizionare 10/20m di pannelli e proteggere con teli sulla pavimentazione per realizzare un live painting a tema.
Ora non mi aspetto che queste vengano accolte come buone idee, mi aspetto che qualcun altro arricchisca questo post con altre proposte e suggerimenti, nella speranza che tante voci abbiano la meglio sull’indifferenza.
Grazie a chi ha letto fin qui e grazie a chi vorrà contribuire con qualcosa di propositivo, che magari attirerà l’attenzione di chi può fare qualcosa di concreto in questa città.
Anche Milly Paparella, insegnante di Busto Arsizio, sottolinea che si tratta di una reazione violenta alla noia e alla mancanza di bellezza: «Serve renderli partecipi della vita locale, menti attive nei loro spazi di incontro, vanno stimolate attività interessanti per loro, magari tramite un sondaggio che li metta al centro».
Sul tema si è espresso anche il presidente del Distretto del Commercio di Busto Arsizio Matteo Sabba, con una lunga esperienza tra i giovani con Comunità Giovanile, il quale punta il dito contro la burocrazia che non ha permesso al pub Millennium di occupare la piazza con tavolini. Una riflessione, quella affidata alla Prealpina di qualche giorno fa, che però si concentra soprattutto sul deserto di iniziative in centro che sui giovani protagonisti delle notti brave: «Inutile inseguire i teppistelli. Quelli c’erano, ci sono e ci saranno. Bisogna dare opportunità a chi ha voglia di fare e di portare idee che rendano quella piazza un posto vivo e socializzante». In breve il pensiero di Sabba è il seguente: Se lasci uno spazio vuoto ai giovani se lo prendono e ci spadroneggiano se lo riempi di contenuti cambieranno comportamento o migreranno altrove».
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