
Castiglione Olona “Città per la Pace” sarà alla marcia Perugia-Assisi
Il gruppo consiliare di minoranza Più Castiglione ha presentato e fatto approvare una mozione di adesione della città alla Marcia della pace e della fraternità che quest'anno diventerà una catena umana

Castiglione Olona riporti al centro dell’azione politica i valori ideali, a partire da quello della pace.

E’ questo il significato di un’iniziativa del gruppo consiliare di minoranza Più Castiglione, che, negli ultimi due consigli comunali ha presentato e fatto approvare una mozione di adesione della città di Castiglione Olona alla Marcia della pace e della fraternità Perugia-Assisi, mozione che impegnerà un gruppo di cittadini a partecipare alla prossima edizione dell’evento sotto le insegne del Comune, ed alla quale faranno seguito iniziative a livello locale e nelle scuole.
«La mozione – spiegano i consiglieri di Più Castiglione – nasce da una proposta formulata dal Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace, ripresa dal nostro gruppo grazie al prezioso suggerimento di una cittadina, con l’intento di riportare l’azione politica al livello ideale che le dovrebbe essere proprio, anche a livello locale».
«Ci sembrava importante sfruttare l’occasione che ci veniva offerta per condividere con l’intero Consiglio la tensione verso un obiettivo che dovrebbe essere proprio di tutto il genere umano – dice la capogruppo Francesca Porfiri – Dispiace vedere che neppure in questo caso l’unità del Consiglio castiglionese sia stata veramente raggiunta, e che, anche in questa occasione, le forze di maggioranza abbiano voluto proporre dei distinguo, dissociandosi da uno dei punti chiave della mozione, e chiedendone la rimozione, come condizione irrinunciabile alla approvazione del documento».
L’oggetto del contendere, su cui la maggioranza ha preso una posizione differente, riguardava la proposta di trasferire la sede delle Nazioni unite da New York a Gerusalemme, come atto celebrativo dei 75 anni di vita dell’organizzazione. «È chiaro – spiega Francesca Porfiri – che si trattava di aderire ad un disegno ideale, ad un’utopia, se vogliamo, e che questa proposta di trasferimento manca oggi di una prospettiva immediatamente perseguibile. Ma proprio questo, il disegno ideale, l’utopia, è quello che la politica dovrebbe dare e di cui si dovrebbe nutrire. Gerusalemme è la città che decine di milioni di uomini al mondo riconosco come loro patria spirituale, la città dove è forse nato il concetto di pace come noi lo intendiamo, e che ha essa stessa oggi un disperato bisogno di pace. Gerusalemme è un simbolo, e la politica ha il compito di valorizzare i simboli. In nome dell’unità del Consiglio e della cittadinanza attorno ad un tema comunque importante, il nostro gruppo consiliare ha fatto un’opera di mediazione, acconsentendo a correggere il documento, con la modifica che ci veniva richiesta. Questo ci consente di raggiungere gran parte degli obiettivi contenuti nella mozione. È però certo che il testo approvato è profondamente mutilato; che dinanzi ai nostri sostenitori noi faremo una fatica enorme a spiegare il senso di questa mutilazione, ed è probabile che neppure nella maggioranza potremo trovare spiegazioni adeguate».
Quest’anno, a causa delle restrizioni sanitarie, la marcia sarà convertita in una catena umana in totale sicurezza. Come ha spiegato padre Mauro Gambetti, custode del convento di San Francesco d’Assisi: «La catena umana è una metafora di quello che oggi ci è richiesto nella società: mettere in moto una resilienza che non ceda allo sconforto, alla tentazione di richiudersi, di mollare e che continui a perseguire obiettivi che sono alti e importanti. Sono molto contento anche perché la catena umana della pace e della fraternità, seppur pensata da tempo, si iscrive nell’orizzonte che papa Francesco ci indicherà con l’Enciclica “Fratelli tutti”. O prenderemo la direzione di un nuovo sviluppo oppure il mondo cadrà nella barbarie sociale».
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