Accam, Cerini (5 Stelle): “Il sindaco ha abbandonato Busto Arsizio”
La consigliera di opposizione analizza quanto avvenuto ieri in assemblea dei soci: "Si tratta dell'ennesimo piano che non andrà da nessuna parte e Antonelli avrebbe dovuto votare contro"
«Dobbiamo registrare ancora una volta l’incapacità del sindaco Emanuele Antonelli. Invece di votare contro se n’è andato dall’assemblea abbandonando Busto Arsizio». È lapidario il giudizio della consigliera comunale dei 5 Stelle Claudia Cerini dopo quanto avvenuto ieri pomeriggio durante l’assemblea dei soci di Accam nella quale è stato deliberato l’ennesimo atto d’indirizzo per il salvataggio dell’inceneritore da tempo in grossi guai finanziari.
La consigliera commenta la scelta del primo cittadino di Busto Arsizio, amministrazione con le maggiori responsabilità in questo ambito, di non aver votato contro il piano presentato dalla legnanese Amga che punta ad un ingresso in società insieme alla bustocca Agesp e un allungamento della vita dell’inceneritore al 2032: «L’ennesimo piano destinato a fallire sul nascere».
L’esponente pentastellata critica anche la mancanza di coordinamento con Agesp, società controllata dal Comune di Busto Arsizio, che è stata inserita in questa manovra a quanto pare all’insaputa dei vertici societari e del sindaco stesso. I principali protagonisti, il presidente Reguzzoni e il direttore generale Carraro, avrebbero partecipato ad una sola riunione esplorativa con Amga e alla presenza dello stesso sindaco, alla quale non era stato dato alcun seguito: «La mano destra non sa cosa sta facendo la sinistra. Su che mandato ha agito Agesp per questa manifestazione di interesse? Cosa sta succedendo?» – si chiede Claudia Cerini.
Per i 5 Stelle la situazione di Accam continua a peggiorare e, dopo il declassamento deciso dalla Regione che non lo considera più un termovalorizzatore, anche i contratti relativi ai conferimenti di rifiuti rischiano di saltare: «L’assessore Cattaneo ha tentato di minimizzare e di tranquillizzare dicendo che avrebbero trovato una soluzione a questo problema ma, a meno che non si vogliano fare dei favoritismi, non ci sono margini di manovra e l’impianto di Busto rischia di vedersi diminuire la quantità di rifiuti da bruciare».
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