“Boccaccio 2020”, prof e alunni insieme per una raccolta di novelle scritte in piena pandemia
La nuova opera di Alberto Introini, docente di Italiano e Storia all’Istituto Elvetico di Lugano, in Svizzera, è stata pensata e realizzata insieme ai suoi alunni: "Boccaccio è stato l’autore giusto nel momento giusto"
Un nuovo libro pensato per e con i suoi studenti, in un momento complicato e difficile, tra didattica a distanza, mascherine, distanziamento fisico e pandemia.
Si intitola “Boccaccio 2020” ed è la nuova opera di Alberto Introini, 43 anni, nato e residente in provincia di Varese, a Casciago, dove vive insieme alla moglie Elena e ai loro due bimbi, Leonardo e Tommaso. Docente di Italiano e Storia all’Istituto Elvetico di Lugano, in Svizzera, amante della letteratura e autore di tre libri, “Racconti di un giorno e di un anno” (Cattaneo, 2011), la raccolta di poesie “Una strada” (Lietocolle, 2012) e il saggio “Il mare oltre la siepe. Conoscenza e coraggio in Dante e Leopardi” (Aracne, 2019).
«Durante la primavera, Boccaccio è stato l’autore giusto nel momento giusto: ha scritto il Decameron in piena epidemia di peste a metà del 1300; le sue novelle hanno appassionato, incuriosito e divertito i miei allievi, in piena epidemia Covid e durante la fase della Didattica a Distanza – spiega Inroini -. L’idea poi di proporre, come attività di scrittura, l’invenzione e la stesura di una novella seguendo alcuni parametri studiati in Boccaccio (soprattutto realismo, ironia, scherzi, amori a lieto fine) ha visto impegnarsi tutti i miei 22 studenti della 2B Liceo Elvetico di Lugano. “Boccaccio 2020” era il titolo che avevo dato a questa attività didattica un po’ originale e fantasiosa, alla quale ho partecipato anch’io inventando e scrivendo una novella: ogni tanto “partecipare” insieme ai propri alunni a questo tipo di lavori scolastici per un docente non dovrebbe essere solo un dovere, ma anche un piacere. Il docente si “mette in gioco” con gli allievi, e gli allievi sono più invogliati e stimolati a studiare, a scrivere».
A distanza di pochi mesi il lavoro di docente e ragazzi si è concretizzato nella pubblicazione del libro “Boccaccio 2020 – 10 novelle a distanza”, grazie alla pubblicazione dell’editore Pietro Macchione di Varese: «Sono anche contento che in questi giorni io possa condividere questa soddisfazione di persona con i miei allievi (ora in 3B): ogni ordine scolastico in Ticino, e in Svizzera, ha ancora le lezioni in presenza – prosegue Introini -. Dispiace non poter organizzare qualche presentazione del libro: ne erano previste alcune, tra Varese e Lugano, in accordo anche con l’editore, ma la situazione attuale non ce lo consente…confidiamo nella primavera prossima!».
Il libro al momento è già in vendita on line sul sito della casa editrice macchionepietroeditore.it e sulle principali piattaforme di e-commerce Amazon, Ibs.it, libreriauniversitaria.it, unilibro.it, lafeltrinelli.it.
INTRODUZIONE
Il Decameron di Giovanni Boccaccio ha come fine un piacevole intrattenimento. In particolare, l’autore parla di voler narrare cento novelle per dare a tutti “soccorso e rifugio”, da cui i lettori potranno ricevere “diletto” e “utile consiglio”. Era il 1348 e imperversava in Europa una terribile epidemia di peste.
Primavera 2020, un virus sconosciuto si diffonde in tutto il mondo. Boccaccio è lo scrittore giusto nel momento giusto. Gli alunni sono ben coinvolti, quasi si divertono nel leggere e analizzare i suoi testi. Lo percepisco però attraverso lo schermo di un computer, siamo già entrati nella fase delle videolezioni a distanza, le scuole sono chiuse, come mai era successo negli ultimi 80 anni.
A una situazione imprevista bisogna rispondere con idee nuove. Allora andiamo oltre. La pedagogia scolastica contemporanea la definirebbe una prova per sviluppare le competenze di scrittura, coerentemente con le conoscenze teoriche studiate. Io preferisco definirla, se proprio devo, didattica creativa; oppure piacevole intrattenimento, come suggerito dal nostro autore. Boccaccio 2020: alla fine del mese di aprile ha origine questa attività didattica. Ciascun alunno avrebbe scritto una novella di propria mano e invenzione, secondo alcuni parametri boccacciani. Il testo, innanzitutto, avrebbe dovuto rispettare verosimiglianza e realismo; le storie avrebbero avuto come argomento le beffe e gli scherzi, o le battute ironiche, oppure gli amori a lieto fine.
Chi con entusiasmo, chi con timore…tutta la classe 2B del Liceo Elvetico – Salesiani don Bosco – di Lugano, ha accettato la “sfida”, purché anch’io inventassi e scrivessi una novella. Durante l’estate quello che pareva solo un “compito didattico” è diventato un progetto editoriale, che raduna in questo libro dieci novelle.
Ci perdonerà il padre della prosa italiana se lo citiamo nel titolo: il nostro non è certo un tentativo di paragone, ma un modesto e umile omaggio alla sua straordinaria inventiva, a quasi 700 anni di distanza.Prof. Alberto Introini
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