Elezioni a Busto Arsizio, la corsa verso Palazzo Gilardoni è una partita a scacchi
Antonelli non ha ancora annunciato la sua ricandidatura e nel centrodestra continuano le lotte interne tra Lega (che vorrebbe un suo candidato) e Fratelli d'Italia. Nel centrosinistra cantiere aperto e Pd al centro
Mentre il segretario provinciale della Lega, Matteo Bianchi, continua con il suo pressing su Emanuele Antonelli perchè dichiari la sua volontà o meno di ricandidarsi, il sindaco di Busto Arsizio fa melina e tiene tutti sulle spine dribblando la domanda ogni volta che gli viene posta.
D’altra parte il ragionamento è lampante: il centrodestra non è costretto a fare campagna elettorale in quanto sta governando la città mentre le forze di minoranza hanno un gran bisogno di visibilità. Perchè non aspettare, dunque, la prima mossa degli altri?
Questa attesa, però, mette in luce il nervo scoperto tutto interno alla coalizione che governa Busto Arsizio con la Lega locale che scalpita per scalzare l’attuale primo cittadino e imporre un candidato con la casacca verde a capo dell’alleanza con Fratelli d’Italia e Forza Italia.
Dalla parte opposta, sponda centrosinistra e Pd in particolare, il segretario cittadino dei Dem si chiede: «Se ha amministrato bene dovrebbe decidere la sua ricandidatura indipendentemente da quanto deciderà di fare il centrosinistra. Forse i problemi sono altri» – commenta Paolo Pedotti.
A che punto sono i principali antagonisti della coalizione che da 20 anni occupa i banchi della maggioranza? «Siamo in una fase di dialogo con le altre forze politiche dalla sinistra al centro. Per il momento abbiamo registrato la disponibilità ad una coalizione ampia sulla base di alcuni punti di programma». E poi c’è il tema delle primarie, un modello che la pandemia ha messo in crisi per il momento: «Se il voto slitterà si potrà pensare alle primarie, altrimenti sarà difficile usare quel modello» – prosegue Pedotti.
Porte aperte a tutti? «Dalla sinistra al Pd ma con la vocazione di coinvolgere anche il centro, questo è la via che stiamo seguendo ma non c’è nessuna preclusione ai 5 Stelle e a quei gruppi di cittadini che non si riconoscono in questa amministrazione e hanno voglia di impegnarsi per un buon governo della città».
Che tipo di candidato serve per battere il Centrodestra? «Serve un candidato autorevole e competente. Non come l’attuale sindaco che non ha una visione di lungo periodo: basti vedere come stanno andando le cose con l’illuminazione pubblica o Accam. Serve una persona che sappia guardare sul lungo periodo e non solo nell’immediato. Il candidato dovrà avere un rapporto molto stretto col Pd ma non dovrà per forza averne la tessera. Ciò che conta è che dovrà avere una visione di città comune alla nostra. A differenza di 5 o 10 anni fa il Pd deve essere perno dell’alternativa».
Prossimo passo concreto? «L’idea è quella di arrivare entro fine anno con un nucleo di coalizione e una serie di punti programmatici dai quali partire per allargare. Da gennaio si passerà alla seconda fase che dipenderà dall’andamento della pandemia. Per noi ora la priorità continua ad essere questa, insieme alla crisi economica e proprio per questo motivo dal governo arriveranno 440 mila euro a Busto per gli aiuti alimentari alle famiglie in difficoltà» – conclude Pedotti.
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