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Dalla Croce Rossa alla Caritas, un esercito di volontari nel Gallaratese
Dalle famiglie ai senzatetto, da chi ha perso il lavoro a chi è in quarantena, la rete di aiuto in questi mesi sta aumentando il proprio impegno. Anche con il sostegno della nuova iniziativa solidale Tigros
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“Tigros raddoppia la tua bontà” per sostenere l’esercito silenzioso dei volontari delle associazioni del territorio che distribuiscono aiuti alimentari alle famiglie in difficoltà economiche. Piccole realtà con pochi volontari ma che mettono grande impegno in quello che fanno, aiutano centinaia di famiglie ogni settimana garantendo una fornitura regolare di beni di prima necessità.
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Mentre prosegue l’esperienza del carrello solidale avviata all’inizio dell’emergenza sanitaria, i supermercati gialli tornano a riallacciare i rapporti con queste realtà grazie a questa nuova iniziativa che, per ogni euro donato dai clienti al momento del pagamento in cassa, aggiungerà due euro, moltiplicando la donazione con fondi propri.
Nell’area di Gallarate beneficeranno dell’iniziativa diverse associazioni. Ve le presentiamo brevemente:
LA CARITAS DI CASSANO MAGNAGO
La chiesa di San Martino è il “quartier generale” della solidarietà a Cassano Magnago. Nella quinta città della provincia per numero di abitanti le parrocchie oggi sono parte di un’unica Comunità Pastorale.
«La Caritas è della Comunità Pastorale San Maurizio, che riunisce le tre parrocchie» spiegano i volontari, alle prese con la consegna del venerdì, quella dei prodotti freschi. È uno dei tre momenti settimanali in cui i volontari distribuiscono i pacchi alimentari, pensati per ogni famiglia assistita
I dodici volontari guidati da Matteo Baggio e con la supervisione del parroco don Andrea partono dal lavoro del Centro d’Ascolto: «Attivo due giorni a settimana, il martedì 15-17.30/18 e al sabato, sempre al pomeriggio: si fa una scheda conoscitiva sulla famiglia e le esigenze, poi con scadenza quindicinale facciamo anche un incontro di equipe per analizzare le esigenze».
Le forme di aiuto sono diverse, dall’aiuto economico per pagare le bollette alla fornitura di capi d’abbigliamento. E poi appunto, di pacchi alimentari, un’esigenza più sentita in questa fase. La distribuzione degli aiuti alimentari viene appunto svolta nei locali attigui alla chiesa di San Martino, la chiesa più recente della cittadina.
La distribuzione “base” dei pacchi alimentari è fissata per i quattro martedì del mese. Al giovedì tardo pomeriggio, dalle 18, viene fatta una consegna di “recupero” per chi non ha potuto accedere al martedì (si sono, ad esempio, famiglie che fanno i conti comunque con i tempi del lavoro). Il venerdì, infine, i volontari si ritrovano per la fornitura di prodotti freschi, che vengono affidati alle famiglie più in difficoltà e richiedono uno sforzo logistico ulteriore.
I prodotti alimentari vengono forniti «dai supermercati, da alcuni panifici e dal Banco Alimentare, poi in Avvento abbiamo una raccolta ad hoc». La collaborazione con Avis ha poi aiutato a intercettare anche un bisogno particolare: quello dell’aiuto scolastico, quanto mai necessario in questa fase di didattica a distanza che ha messo in difficoltà alcune famiglie più di altre.
«Non abbiamo mai chiuso in periodo Covid, grazie anche al nostro straordinario parroco Don Andrea» raccontano i volontari. Se il supermercato Tigros ha rafforzato il sostegno alla solidarietà, «la domanda degli alimenti è aumentata, anche quella per i pacchi di emergenza». Cioè i pacchi che vengono forniti – a volte direttamente dal parroco – quando si intercettano esigenze nuove. «E tanti, in questo periodo, hanno perso il lavoro».
LA CARITAS PARROCCHIALE DI SOLBIATE ARNO
Il 2020 ha segnalato bisogni in crescita anche a Solbiate Arno. In questo grosso paese sulla collina tra Varese e Gallarate le difficoltà del periodo Covid si sono sommate a quelle che già impegnavano i volontari.
«Gli utenti che arrivano sono sempre più, assistiamo trenta e più famiglie» spiega Francesca Bassetti, del Centro d’Ascolto della locale Caritas, che fa da riferimento per la sola parrocchia solbiatese.
L’ascolto è un momento importante: a volte è necessaria particolare attenzione per avvicinare anche famiglie che sono in difficoltà ma non fanno subito emergere la loro situazione di fatica. «Il bisogno è in crescita, aiutiamo anche più famiglie italiane». L’aspetto positivo è dato anche dalla continuità del volontariato e delle risorse impegnate: «Abbiamo molto sostegno dalla popolazione solbiatese e anche da Tigros, con la loro nuova iniziativa solidale».
![Generica 2020](https://staging.varesenews.it/photogallery_new/images/2020/12/generica-2020-1191192.610x431.jpg)
IL COMITATO DI GALLARATE DELLA CROCE ROSSA ITALIANA
Assistenza ai senzatetto, supporto alle persone malate, prevenzione, in questa fase aiuto a chi è in quarantena: è molto articolare l’attività dell’Area inclusione sociale della Croce Rossa di Gallarate.
Troppo spesso l’operato sul territorio della CRI è ridotta al solo servizio di soccorso, mettendo tra parentesi il resto dell’operato «L’attività sociale del Comitato è particolarmente forte storicamente, fin dal 1997, quando è stato avviato il progetto Sperare volto alla riduzione del danno in stazione Gallarate», dice Roberto Poretti, responsabile dell’Area inclusione sociale. Se a fine anni Novanta il problema era l’eroina, oggi si lavora su diverse forme di dipendenza, con una presenza «due sere a settimana attività con automezzo in piazza della stazione».
I volontari del sociale di Croce Rossa – circa 150, dai ragazzi appena maggiorenni a quelli di quasi 80 anni – si occupano poi anche delle persone senza fissa dimora a Malpensa, con una presenza «una sera a settimana in aeroporto». Se anche Malpensa in questo momento è quasi priva di voli, i senzatetto sono ancora presenti e trovano un appoggio.
A Gallarate i volontari si occupano anche del supporto alle famiglie dei malati di Alzheimer: due volte alla settimana offrono un momento di supporto alle famiglie segnalate grazie all’associazione Varese Alzheimer, «permettendo ai famigliari di avere un momento per sé». Sospeso in questo periodo Covid è invece il servizio all’hospice di 3SG-Camelot, nell’assistenza alle persone in fase terminale.
Sempre sul fronte delle esigenze sanitarie, un servizio molto noto è quello del prestito di materiale ortopedico, «garantito soprattutto da volontarie, sia a Gallarate che a Somma Lombardo» dice ancora Poretti. «È un po’ una sorta di “front office” per il Comitato, attraverso cui le persone si accostano alle nostre attività».
In questo periodo invernale i volontari sono impegnati anche nel servizio di emergenza freddo a Gallarate: fino a qualche anno fa la Croce Rossa collaborava con altre realtà cittadine al dormitorio invernale d’emergenza, mentre oggi opera con unità di strada che cercano di avvicinare le persone in difficoltà.
Da ultimo c’è – molto rilevante in questa fase – il servizio di «spesa e consegna farmaci ad anziani soli o persone in quarantena. È un servizio che ci ha impegnato molto nel primo di lockdown di marzo-aprile, con una decina di richieste al giorno, un po’ meno in questa nuova fase» (una quindicina a settimana persone in quarantena).
Poretti sottolinea come su questa come su altre attività sia molto importante l’attività di rete con altre associazioni come le Caritas, «fondamentale per rispondere ai bisogni in crescita»: in questa direzione saranno orientate le risorse aggiuntive che arriveranno.
«Con il Covid si sono aggravate alcune situazioni, anche dal punto di vista economico. E in molti casi Croce Rossa è il primo punto di approdo di chi ha bisogno, la prima realtà a cui si rivolgono le persone».
LA CARITAS DI BESNATE
«Dal primo lockdown a oggi non ci siamo mai fermati» raccontano i volontari della Caritas di Besnate. «Abbiamo ricevuto più richieste da persone che hanno perso il lavoro per le offerte di viveri e l’aiuto con le bollette da pagare». Sebbene ci sia stato questo aumento di persone che avevano bisogno di aiuto, «non sono mai andate via a mani vuote», continuano.
I besnatesi volontari sono circa dieci, anche se in primavera erano rafforzati dagli aiuti della Protezione Civile. In totale aiutano ben 102 persone, certamente non poche per un paese di cinquemila persone: «Diamo degli scatoloni con viveri ogni venti giorni, ma siamo sempre disponibili nel caso qualcuno abbia una necessità in più».
GLI ALPINI DI MORNAGO
Sempre in prima fila, gli Alpini. Questa emergenza pandemica ha mostrato quanto preziosa e necessaria fosse la presenza di un’associazione come quella delle “penne nere”: diffusi sul territorio, uniti da uno spirito di corpo, abituati a mobilitarsi, gli Alpini hanno garantito servizi importanti, come parte del sistema di Protezione Civile in molte località o anche come rete di solidarietà.
Così è accaduto anche a Mornago, un paese dal territorio ampio e diviso in varie frazioni.
Gli alpini di Mornago saranno destinatari anche dei fondi della raccolta solidale “Raddoppiamo la tua bontà” di Tigros. E il grande cuore degli alpini farà confluire poi l’aiuto nel Fondo comunale emergenza Covid, «un fondo attivato per aiutare le famiglie di Mornago più in difficoltà», spiega la “penna nera” mornaghese Paolo Seletti.
LA CARITAS DI LONATE POZZOLO-FERNO
Sono aumentate decisamente le richieste di aiuto della Caritas di Lonate Pozzolo e Ferno: «Attualmente aiutiamo 15-20 famiglie di Ferno, 30 di Lonate e 7-8 nella frazione di Sant’Antonino, fornendo loro pacchi alimentari o indumenti una volta alla settimana», raccontano i responsabili della Caritas che copre tutti i paesi della zona Sud di Malpensa, l’aeroporto che in questo momento vive una situazione di crisi nera.
Con il secondo lockdown c’è stato un aumento di richieste del 30-40%, «soprattutto da parte di famiglie italiane che si trovano in difficoltà, oltre a quelle di extracomunitari».
«Le situazioni di bisogno aumentano: le persone sono sempre più in difficoltà e spesso arrivano da noi grazie al passaparola. Noi valutiamo la situazione di ognuno facendo sondaggi, ma al 99% sono in buona fede».
I volontari sul territorio sono circa una ventina, tra i due paesi: «Facciamo servizio a domicilio – continua – per che non può muoversi; chi può, invece, viene al nostro magazzino».
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