Si è spento Mario Maieron, figura di spicco della psichiatria varesina
Il ricordo e i ringraziamenti di Isidoro Cioffi, che ha lavorato a lungo con lui nel gruppo Gruppo di Lavoro provinciale per la Salute Mentale
Si è spento Mario Augusto Maieron, ex primario dell’ospedale neuropsichiatrico di Varese e poi dell’Unità Operativa psichiatrica per le USSL di Varese, Arcisate e Tradate fino a tutto il 1993.
Uno dei massimi rappresentanti della storia della psichiatria varesina, l’ultimo medico assunto dal primo direttore dell’ospedale, Adamo Mario Fiamberti.
Nelle biografie a lui dedicate si dice che abbia “vissuto in prima persona tutte le vicende del rinnovamento psichiatrico degli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, dalla psichiatria prevalentemente biologica di Fiamberti all’esperienza varesina di psichiatria di settore di Edoardo Balduzzi, alla legge 180 e alla successiva riorganizzazione dei Servizi”.
È rimasto sempre un punto di riferimento culturale e scientifico e la sua figura viene ricordata dal coordinatore del Gruppo di Lavoro provinciale per la Salute Mentale, il dottor Isidoro Cioffi:
E’ venuto a mancare oggi il dr. Mario Maieron. Cofondatore del Gruppo di Lavoro Provinciale per la Salute Mentale, già primario dell’ospedale neuropsichiatrico di Varese e poi dell’unità Operativa Psichiatrica per le USSL di Varese, Arcisate e Tradate.
Psichiatra, antropologo, filosofo, manager… non si può non citare cosa ha scritto di se stesso nel prologo di un suo libro:
‘…Balduzzi ha detto una volta che sono uno psichiatra biologico. In realtà ho interpretato per quasi cinquant’anni la mia help profession, lasciando lo spazio prevalente all’ascolto, alle parole, al rapporto empatico, a una visione plurale delle modalità di intervento, per l’imprinting che avevo avuto, nei miei primi passi professionali, nell’esperienza con il suo ‘settore’.
Ma c’è ora in me, forse da sempre, una specie di disagio per
l’essere e l’essere stato per tanto tempo un ‘medico della mente’ e per il sapere così poco della mente stessa. Forse è in questo disagio, che mi deriva dalla mia struttura un po’ ossessiva, il motivo per cui ho deciso di affrontare questi problemi, pur essendo after-hours, quasi come per mettere in ordine le mie cose prima dei saluti finali.Mia moglie dice invece che voglio esorcizzare la vecchiaia,
che per questo lavoro troppo, che dovrei fare più passeggiate e passare più ore in giardino ad ammirare i bei panorami delle montagne e dei boschi, invece di passare le giornate alla scrivania o al computer…’
Caro Mario ti ricordiamo sempre così come sei, esempio di professionista e di uomo per i nostri giovani e per tanti adulti oltre che prova d’empatia verso i sofferenti psichici, i loro familiari, la nostra comunità e, direi, anche verso noi operatori della Salute Mentale.
Per cui corre l’obbligo, soprattutto la voglia, di dirti GRAZIE!”
Isidoro Cioffi
Coordinatore del Gruppo di Lavoro Provinciale per la Salute Mentale
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