
Un meccanico di Monvalle al Raid Roma-Tokyo del 1920
Michele Bardelli era stato inviato in India come supporto agli equipaggi. Probabilmente fu lui a sostituire il motore dell'aereo di Ferrarin: l'unico pilota a raggiungere il Giappone dopo aver affrontato l'intero tragitto in volo

Il Raid Roma-Tokyo del 1920 fu una delle imprese aeree più sensazionali dell’epoca. All’impresa pensata da Gabriele D’Annunzio e dal poeta giapponese Harukichi Shimoi presero parte 11 biplani, ma solamente due – gli SVA con a bordo i piloti Arturo Ferrarin e Guido Masiero insieme ai motoristi Gino Capannini e Roberto Maretto – riuscirono a raggiungere il Giappone dopo tre mesi di viaggio. Ma se l’SVA di Ferrarin (l’unico a compiere il tragitto integralmente) fu in grado di raggiungere il Paese del Sol Levante, è probabilmente grazie a un meccanico di Monvalle.

Nato a Monvalle il 13 agosto 1897, il soldato Michele Bardelli nel pieno della Prima guerra mondiale fu lasciato a disposizione della società Franco Tosi di Legnano, che operava nel campo della nascente industria aeronautica. L’esperienza maturata in quegli anni gli permise di raggiungere la qualifica di meccanico motorista e di essere tra il personale che – insieme a mezzi, riserve di carburante e pezzi di ricambio – venne inviato a partire già dal 1919 in ogni tappa del Raid a supporto degli equipaggi impegnati nell’impresa.
«Grazie ad alcune vecchie foto e ai documenti dell’epoca – spiega Franco Oregioni, sindaco di Monvalle e autore della ricerca su Michele Bardelli – sappiamo che il nostro concittadino era stato inviato nella città di Rangoon: meta della tredicesima tappa del Raid. Conosciuta oggi come Yangon, Rangoon allora apparteneva alla Birmania, e oggi è la più grande città del Myanmar».
Ed è proprio a Rangoon che si verificò un episodio fondamentale per il successo del Raid e che con molta probabilità vide protagonista il giovane ma esperto motorista monvallese. «I giornali dell’epoca – racconta Oregioni – riportano che a causa del “grippamento” dei pistoni dovuto al mancato raffreddamento, il motore dell’SVA del tenente Ferrarin dovette essere sostituito. Non è quindi difficile immaginarsi il nostro Michele Bardelli al lavoro con un compito tanto importante quanto complesso. La sostituzione del motore richiese infatti diversi giorni, ma alla fine permise a Ferrarin di compiere la sua impresa».
L’arrivo dei due SVA a Tokyo il 31 maggio 1920 fu accolto con 42 giorni di celebrazioni, i membri degli equipaggi incontrarono il principe Hiroito e perfino l’Imperatrice. Michele Bardelli fu invece rimpatriato a bordo di un piroscafo insieme agli altri militari, sul suo passaporto non c’è neppure un riferimento al Raid. Arrivato a Roma il 2 luglio 1920, Bardelli fu assegnato all’aeroporto “Francesco Baracca” di Centocelle, per poi tornare a Monvalle e consegnare il 10 agosto il suo documento di congedo in Comune.
«Forte della sua esperienza – racconta il sindaco di Monvalle -, il nostro concittadino lavorò all’Aerodromo di Cameri fino al 1922. Dai timbri sul passaporto, però, sappiamo che Michele Bardelli negli anni successivi partì per alcuni viaggi di lavoro in Svizzera, Francia e Germania. Le memorie del paese lo ricordano però come “Ferdinando”, il suo secondo nome di battesimo. Nel 1927 Michele Ferdinando sposò Anita Costantini e visse sempre nella sua abitazione di fronte a casa Durini, che poi divenne sede del Comune di Monvalle».
«Con questa storia – ricorda Franco Oregioni – ho voluto raccontare a cento anni esatti di distanza un piccolo grande episodio che riguardò Monvalle e la nostra provincia. La ricerca è iniziata alcuni anni fa, quando mi segnalarono un vecchio passaporto di Michele Bardelli con impressi alcuni timbri che dimostravano la sua presenza nel 1920 a Calcutta. Subito sorsero tante domande: cosa ci faceva un monvallese in India? Era un commerciante? Un uomo d’affari? Oppure una spia? Decisi quindi di contattare suo nipote, non a caso anche lui chiamato Michele Bardelli, e dalle carte di famiglia sono emersi alcuni documenti e qualche vecchia foto, tra cui quella di un aeroplano d’epoca con la scritta “Bardelli Michele – Giappone” sul retro. Questo dimostrava la partecipazione del nostro concittadino al Raid, ma per conoscere i particolari ho iniziato una lunga ricerca che mi ha condotto tra gli archivi storici di Stato da Varese fino a Roma».
L’articolo con le foto, la ricerca completa e tutti i particolari sull’impesa del meccanico motorista di Monvalle si potrà trovare sul prossimo numero della rivista “Storia e storie della sponda magra” realizzato dall’associazione “Mombello viva” e dal Gruppo di ricerca storica di Laveno Mombello, che sarà presentato online martedì 15 dicembre.
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