La neve torna in Forcora, “se tutto va bene il 15 si scia“
Qualche centimetro in nottata va ad aggiungersi a quanto già sceso nelle scorse settimane e battuto. Le speranze si riaccendono in un anno carico di difficoltà
I paradossi di casa nostra: montagne cariche di neve a impianti fermi, ma la riapertura degli impianti attesa per il 15 febbraio con l’ipotesi di sciare fino alle soglie di marzo in un pendio che al massimo si spinge fino ai 1300 metri del monte Cadrigna, da dove comincia la pista della Forcora.
Eppure le speranze per un assaggio di sciata in corner sono vive: questa mattina, domenica 7 febbraio una decina di centimetri era già scesa, imbiancando il piazzale col manto nevoso che ha “ribadito“ quanto c’è già a terra.
La neve sulla pista era presente anche nei giorni scorsi nonostante le temperature in rialzo, frutto della battitura delle scorse settimane che ha consentito di mantenere un manto ancora accettabile per le discese. Ora si dovrà attendere la metà di febbraio secondo le ultime disposizioni che prevedono l’apertura degli impianti dopo il via libera del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) che ha esaminato le proposte di linee guida per le piste da sci inviate dalle Regioni.
La Forcora, nel comune di Maccagno con Pino e Veddasca è l’unico impianto di risalita presente in provincia di Varese che permette a molti sciatori del Luinese ma anche di altre zone del Varesotto di potersi dedicare una giornata sulla neve con un affaccio suggestivo sull’intero Lago Maggiore.
Questa mattina il gestore del ristorante Sciovia, Simone Riva Berni, collgato con una diretta facebook proprio dalla Forcora ha commentato la nuova nevicata: «Cinque, 10 centimetri che vanno a sommarsi a quelli già caduti e che ci lasciano ben sperare. Se tutto va bene il 15 si scia».
Oltre alla discesa la Forcora ha una pista di fondo battuta di media difficoltà adatta a sciatori principianti e meno esperti o appassionati di camminata nella neve con le ciaspole. Si tratta di un anello circolare di circa 5 km, che partendo dalla piazzetta di fronte alla chiesa si inoltra all’interno di un bosco di faggi, adatta a famiglie e a attività sportiva singola.
Le speranze dunque si riaccendono in un anno carico di difficoltà: le chiusure totali, la voglia di fare (non a caso l’idea delle ciaspole in zona gialla ha consentito di calamitare una clientela di appassionati) e il tentativo di puntare sul turismo di prossimità sono gli unici antidoti che permettono di sperare.
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