“Quel presepe è abusivo“, a Brezzo di Bedero è polemica per le capanne della natività
Un privato segnala le irregolarità per le casette dove si celebra la magia del Natale e che ora verranno abbattute. Il sindaco: “Ci inventeremo qualcosa per mantenere la tradizione“
Tre casette con la tettoia in legno che sono le grotte dove Gesù bambino nasce da quarant’anni a questa parte in un paesino del Lago Maggiore: verranno abbattute su segnalazione di un privato, e il paese si interroga.
Giusto preservare il paesaggio da quello che per alcuni suona come un piccolo abuso edilizio? Oppure la Natività stessa di Brezzo di Bedero, a pochi metri dalla storica canonica, “è“ parte del paesaggio?
La via di mezzo non è contemplata e la proprietaria del fondo su cui insistono i manufatti sembra essere intenzionata, vista la denuncia, ad abbattere il piccolo villaggio della Natività.
Tutto è nato qualche tempo fa con un esposto in Comune da parte di un cittadino che ha segnalato all’ufficio tecnico la presenza delle casette in legno su un fondo privato, un prato che si staglia nella spianata attorno alla Collegiata. Viene fatta una verifica e sì, risulta che i manufatti non sono in regola. Nessuna sanatoria, però.
La proprietà propende per l’abbattimento e quindi i manufatti non potranno più ospitare il presepe vivente. «Difficile immaginare un Natale senza il presepe vivente», spiega un cittadino che si firma “amico del presepe“, e che ne racconta la storia, oltre a lanciare un appello per evitare che tutto questo venga portato via alla memoria.
«Era il lontano 1980 quando uno sparuto gruppo di abitanti delle nostre valli si riuniva e dava inizio a questo “sogno” che si è ripetuto ininterrotto per circa quarant’anni.Solo il fatidico 2020 con l’avvento della pandemia da Covid19 ha reso impossibile allestire l’evento, ma facendo il giro della Canonica, chiunque ammirando il naturale anfiteatro che ha ospitato per anni l’allestimento del Presepe, poteva scorgere gli allestimenti precari e la stella di Natale posta a simbolo della continua tradizione. Tutti eravamo speranzosi che il 2021 sarebbe stato l’anno della rinascita economica e sociale del nostro bel paese, della ripresa dei rapporti con le persone che mai come in questi giorni è stata messa a dura prova». Invece no.
«La mente mi riporta ai giorni in cui eravamo intenti a costruire gli allestimenti, le capanne, l’energia che ci mettevamo, le continue innovazioni, la ricerca nei particolari, giovani e anziani tutti con lo stesso obbiettivo, quello di costruire un Presepe Vivente che potesse rendere fieri gli abitanti di Brezzo di Bedero, che potesse accumunare le persone. Ogni anno cercavamo un’innovazione, una scena nuova, qualcosa che potesse portare più visitatori.Mi vengono in mente quelli che sono andati avanti…… anche per loro è una mancanza di rispetto, potrei nominarli tutti, uno ad uno ma non è questo momento. Ora campo libero alla distruzione, in un paese che non è più in grado neanche di preservare i ricordi».
«Un appello a tutte le persone di Brezzo di Bedero: nella corrente settimana fate un passaggio dalla Canonica e soffermatevi a vedere quanto sta succedendo. Un ringraziamento a tutti i volontari che nel corso degli anni hanno contribuito alla buona riuscita del Presepe Vivente di Brezzo di Bedero e a coloro che hanno contribuito alla manutenzione dell’area», scrive “Un amico del Presepe“.
Tra l’amaro e il sarcastico è il commento del sindaco Mariagrazia Campagnani: «Il nostro sceriffo ha colpito ancora e ha colpito duro. Ha puntato la sua denuncia sulla irregolarità delle costruzioni rappresentative di una tradizione storica che univa gli abitanti di Brezzo di Bedero e dei Comuni limitrofi la notte di Natale. La festa della Natività con il Presepe Vivente è stata per anni una ricorrenza gioiosa simbolo religioso e di fratellanza paesana in un clima di allegria e di gioiosità. L ‘Amministrazione – e soprattutto l’ Amministrazione – deve rispettare le leggi e niente s’è potuto fare per evitare la distruzione del Presepe, ma noi siamo un paese tenace che non s’arrende e qualcosa troveremo e ci inventeremo per festeggiare ancora in Canonica la festa di Natale con ancor più determinazione, gioia, speranza e solidarietà».
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