“Il sindaco di Daverio sordo ai nostri appelli: l’olmo sarà abbattuto”
La battaglia del consigliere Alberto Tognola pare non abbia dato risultati. Il sindaco Martino replica: "Il confronto è stato lungo e attento, ma i risultati delle indagini non ci lasciano altre possibilità"
(Articolo aggiornato alle 11.30 di giovedì 11 febbraio)
A quanto pare la battaglia di Alberto Tognola per salvare l’olmo di Daverio, non ha dato risultati. Secondo il consigliere del gruppo misto e il Comitato elettorale Daverio Cresce, il sindaco avrebbe deciso di procedere alla rimozione dell’antico olmo che si trova nel parcheggio di via Primo Maggio.
L’albero è stato al centro di un lungo braccio di ferro tra l’amministrazione comunale, che vuole abbatterlo, e un gruppo di cittadini, capeggiati da Tognola, che vorrebbero salvarlo ad ogni costo. Il sindaco sostiene sia malato e quindi pericoloso visto che si trova in una zona di forte passaggio. Tognola che ha chiesto anche il parere dell’agronomo Daniele Zanzi, dice invece che anche se fosse malato si potrebbe curare visto che secondo gli esperti, anche quelli del Comune, la pianta è stabile e sicura (qui il video con l’intervento di Daniele Zanzi)
“Il sindaco Martino è rimasto sordo agli appelli della popolazione e ha tirato dritto per la sua strada – dice Alberto Tognola-. L’olmo di Daverio sarà abbattuto giovedì 11 o venerdì 12.
Rimaniamo costernati di fronte a tanta arroganza e insensibilità. Non sono bastati gli appelli, non sono bastate le 419 firme raccolte su Change.org (qui il link: https://bit.ly/2M4AfAb), non è bastata la disponibilità dell’agronomo Daniele Zanzi a effettuare a titolo gratuito prove di trazione per accertare l’effettivo stato dell’apparato radicale, stabilendo quindi se la pianta poteva rimanere in vita senza costituire pericolo per alcuno. Daverio, alla fine, perderà il suo olmo”.
Rabbia e delusione anche da parte dell’agronomo Daniele Zanzi:
«Il buon senso non ha prevalso assolutamente in questa vicenda. Chi ci va di mezzo sono come sempre i più deboli, una pianta importante che non può difendersi. Il silenzio degli innocenti. Una pianta che non ci sarà più, una decisione presa senza un momento di riflessione nel nome di una supposta pericolosità che lo stesso Comune ha stabilito non essere assolutamente incombente. Una pianta simbolo di un paese, di una storia, una prova di forza inconcepibile: un vero peccato».
Il sindaco Franco Martino replica: “Non accetto l’accusa di essere antidemocratico, soprattutto dopo tutto quello che abbiamo fatto in questi mesi per capire se l’albero potesse essere salvato. Ringrazio l’agronomo Zanzi per la sua proposta di consulenza gratuita, ma siamo una pubblica amministrazione e dobbiamo seguire i canali istituzionali. Va detto però – continua il sindaco Martino – che un confronto c’è stato. Il nostro agronomo ha accettato, bontà sua, un confronto Zanzi ma l’esito è stato lo stesso. Dei quindici alberi, cinque sono risultati in categoria D, quindi da abbattere, tra questi l’olmo. Non abbiamo fatto la prova con tiraggio a quaranta quintali proposta dal dottor Zanzi perché, pur valutata ed essendo tutto quanto si fa in più utile, non avrebbe modificato le altre valutazioni di classificazione.
Alla mia precisa richiesta, ovvero se l’albero fosse sicuro e stabile anche in caso di condizioni meteorologiche avverse, nessuna ha potuto dare risposta certa. La salute dei miei cittadini, ribadisco viene prima di qualunque cosa, anche se l’ambiente resta tra le nostre priorità. Le procedure sono partite due mesi fa, la petizione con le firme è stata depositata questa mattina (10 febbraio ndr). Tra l’altro una raccolta firme fatta on line: non credo abbiano firmato solo daveriesi, ma l’abbiamo protocollata, come è giusto che fosse. Detto questo la decisione è presa. Non tagliamo gli alberi a cuor leggero…abbiamo valutato più volte, con attenzione, assieme alla Giunta ed ai tecnici i pro et contro.
Non facciamo i salti di gioia quando dobbiamo prendere tali decisioni. L’olmo verrà sostituito: non necessariamente con un olmo e non necessariamente lí»
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