Busto al Centro sul progetto di rigenerazione per il Borri: “Scollegato dalla realtà. Giunta al capolinea “
La lista civica di opposizione presenta le proprie osservazioni al progetto pensato dalla giunta per la rigenerazione dell'ex-calzaturificio: "Un mix di funzioni senza capo ne coda"
La recente presentazione della partecipazione al bando statale per la Rigenerazione urbana ha colto di sorpresa l’opposizione e persino la Lega, il partito del quale fanno parte i due assessori maggiormente coinvolti. Per Busto al Centro «uno strano modo di procedere, per questa maggioranza oramai evidentemente sfrangiata e al capolinea».
La lista di centro vuole esprimere un concetto di base: «Si è voluto applicare un bando, seppur interessantissimo e ricco, ad un’area centrale della città per la quale non era confacente. Pensare, ad esempio, di insediare su un’area pregiata come quella del “Borri” una rilevante quota di edilizia sociale commista ad altre funzioni di elevato livello culturale, ci pare un’idea a dir poco curiosa e che mai sarebbe stata pensata se non fosse stato il bando stesso ad esigerla. Ricordiamo le tante voci che ritenevano improponibile, persino indecoroso, un supermercato pur nel suo genere architettonicamente curato e rispettoso».
Secondo i civici sarebbe stato più corretto presentare un progetto su un’area diversa dal Borri: «Se la presenza dell’edilizia sociale, con tutto il rispetto, era imprescindibile nel bando non si può che concludere che lo stesso poteva essere appetibile per altre zone della città bisognose di “rigenerazione” ma non per il Borri. La cattura di fondi “a prescindere” non sempre ha senso anzi in questo caso non ne ha proprio e apre la strada ad un’altra osservazione quella relativa alla presenza di un auditorium e alle funzioni connesse, cosa che ci pare un ripiego per mancanza di altre migliori idee o la carenza di una riflessione complessiva. Comunque una mancanza di partecipazione senza la quale qualsiasi idea nasce già zoppa!».
Proseguono Bottini, Castiglioni e Alba: «Se qualcuno afferma che la cultura “ha fame di spazi” e nessuno sa obbiettare per timore di essere considerato un incolto, se altri sognano Busto “città dello sport” oppure “città della cultura” va ricordato che per farli diventare aree trainanti per la città occorre tempo, storia, tradizione e non certo improvvisazione come invece appare. Oggi Busto ha prioritariamente bisogno di recuperare forza nel suo asset naturale, per il quale può vantare storia e tradizione: l’economia e il lavoro».
Secondo la lista di opposizione «l’area dove ha prosperato il Calzaturificio Borri rappresentando un riferimento nazionale in termini di automazione e un riferimento mondiale in termini di metodologie di lavoro, riteniamo debba essere anche emblematicamente la giusta sede dove storia e cultura industriale ridiano forza a un nuovo sviluppo e a nuove sfide. La presenza in Busto di almeno due realtà di livello nazionale nel campo delle reti e delle tecnologie telematiche e la presenza di un congruente già avviato Istituto Tecnico Superiore, avrebbe dovuto suggerire una forte attenzione ad una situazione in grande sviluppo e in grado di partecipare attivamente alla difficoltosa transizione economica della nostra città oltre che aprire un importante varco professionale per i nostri giovani, all’uscita dei nostri più che pregevoli istituti superiori. Quanto sopra senza dimenticare di dare un forte risalto alla capacità di una soluzione del genere nel poter creare le risorse economiche necessarie per la propria gestione , cosa che attualmente è stata del tutto trascurata».
Un’ultima osservazione di tipo generale si riferisce alla necessità che l’amministrazione sia legata al tessuto cittadino evitando di muoversi , su questioni di importanza strategica, in maniera distaccata dal consenso e dalla condivisione, come invece appare in questa circostanza: «Nutriamo tutto il rispetto per l’egregio lavoro svolto dal Politecnico milanese , che dati i tempi e le circostanze è stato sicuramente un abile “confezionatore” di un bando avendo, come dichiarato dai tecnici stessi , l’impegno di raggiungere il più alto punteggio indipendentemente dalla qualità dei contenuti. Detto ciò, comunque, riteniamo che da troppo tempo questa amministrazione non coinvolga le risorse professionali locali, in grado sicuramente di mettere ,in situazioni di questa portata, oltre che la loro certa capacità anche il portato della storia e delle esigenze della nostra città».
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