La Divina commedia in russo, in bolognese o in formato micro: la singolare collezione di Ugo Marelli
Ugo Marelli, professore di lettere, giornalista e presidente dell'associazione culturale Borgo antico, colleziona da anni edizioni particolari dell'opera di Dante
Per Ugo Marelli, professore di lettere, giornalista e presidente dell’associazione culturale Borgo antico di Castiglione Olona, la Divina commedia è tante cose: lavoro, passione personale ma anche, da diversi anni, oggetto di collezionismo.
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Nella sua casa piena di libri, i volumi della Divina commedia hanno un posto speciale ma molti sono destinati ad essere, al massimo, sfogliati: difficile leggere l’opera di Dante in polacco, cinese o in russo, o in alcuni singolari formati destinati ai collezionisti.
E proprio di collezionismo si tratta nel caso del professor Marelli, che in casa, oltre ai volumi usati per anni per preparare le lezioni per i suoi studenti, da una ventina d’anni raccoglie l’opera in tutte le lingue del mondo.
«E’ iniziato tutto da un’edizione in inglese pubblicata da Penguin e da un’intervista che feci vent’anni fa a monsignor Colombo ad Azzate – racconta Ugo Marelli – Nella sua bellissima biblioteca raccoglieva, oltre a tanti volumi straordinari, anche una sezione dedicata ai “Promessi sposi” in varie lingue del mondo. Io avevo da poco comprato la mia Divina commedia in inglese e mi venne lo sfizio di fare altrettanto. Così ho cominciato a “tormentare” tutti i miei amici che si recavano all’estero, pregandoli di portarmi a casa una copia nella lingua del posto».
Sono arrivate così, nel tempo, edizioni in tutte le lingue europee, dal francese al tedesco, dallo spagnolo al polacco, e altre decisamente più esotiche: «Ce l’ho in russo e in cinese, in lingua araba. Qualcuna è legata ad aneddoti divertenti, come quella in russo che mi è stata portata da una studentessa e che mi è costata un caffè. Quando ho chiesto alla ragazza quanto le dovevo, dopo aver fatto la conversione dal rublo alla lira il prezzo era di 3 lire e 50. Non mi è restato che ripagarla offrendo un caffè, che all’epoca costava poco più di 1.000 lire. Quella in cinese invece mi è stata offerta da una ditta sconosciuta: l’amico che me l’ha procurata per sbaglio ha inserito lo scontrino in quelli che la sua ditta gli ha rimborsato e dunque l’ho avuta gratis».
Di tutte le edizioni in lingua, Marelli non è mai riuscito a leggerne una, nemmeno quella in inglese che pure potrebbe essere la più abbordabile: «Non conosco bene l’inglese e così l’ho fatta vedere a mia figlia che lo parla molto bene, ma anche lei non è riuscita a leggerla, perché, abbiamo scoperto, è stata tradotta in inglese medievale, una lingua totalmente diversa da quella attuale».
Poi ci sono le traduzioni particolari, come quella in dialetto bolognese (“La Cumégia”), e alcune pagine tradotte in milanese da Carlo Porta: «Mi è andata male con il sardo, quando sono venuto a conoscenza di questa traduzione ho scritto all’autore, una persona simpaticissima, ma ormai le copie erano tutte esaurite».
La collezione di “Divine” non si ferma alle edizioni in lingua: nel tempo Ugo Marelli ha ampliato la sua raccolta includendo edizioni particolari: «La più bella che ho è tutta la Divina commedia scritta su un foglio 50×70. L’ha scritta un uomo ammalato di una strana patologia che lo rende “ipervedente” e dunque è riuscito a far stare Inferno, Purgatorio e Paradiso in un unico foglio, scritto con microscopici caratteri ordinatissimi. Ovviamente per leggerla serve la lente d’ingrandimento. Ho anche altre versioni mini, direi da viaggio, come quella della Hoepli, un volumetto piccolissimo, 5 per 7 centimetri. Oppure quella delle edizioni 1000 lire, grigia, bruttissima, ma particolare».
Dopo oltre 40 anni di insegnamento Ugo Marelli, che tra pochi mesi andrà in pensione, della Divina commedia non si è ancora stancato: «Non credo che mi stancherò mai, leggere la Divina commedia è un piacere per il suo ritmo “terzinato” ma anche perché è sempre attuale, come dimostrano le citazioni di Venditti o Jovanotti in due loro famose canzoni. Inoltre c’è sempre qualcosa da scoprire. Ho appena finito di leggere il bellissimo libro di Aldo Cazzullo “A riveder le stelle. Dante, il poeta che inventò l’Italia“, davvero interessante e che consiglio a tutti».
Un interesse che travalica anche il lavoro: «Ormai con la scuola ho finito di leggere Dante. Termino la carriera con una quinta, ma con loro abbiamo anticipato la Divina commedia l’anno scorso, così quest’anno abbiamo il tempo di fare bene la letteratura di ‘800 e ‘900. Però Dante “mi segue” sempre: proprio ieri ho fatto una lezione agli studenti di UniTre, l’Università delle tre età di Tradate, e da poco abbiamo avviato un progetto in collaborazione tra il Comune di Castiglione Olona e quello di Gorla Maggiore, con uno scambio di eventi legati a Dante. E sono sicuro che anche quando l’anno prossimo andrò in pensione, Dante con la sua Commedia continuerà a farmi molta compagnia».
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