La Lombardia in zona rossa da lunedì. Fontana: “Mi auguro che sia ultimo sacrificio”
Un cambiamento che, come previsto dai recenti cambiamenti introdotti, interverrà a partire da lunedì 15 marzo. L'ordinanza ufficiale dovrà essere firmata dal ministro Speranza
Come previsto dall’analisi dei dati con i quali la Lombardia si presentava all’appuntamento della valutazione della cabina di regia nazionale sull’emergenza da Coronavirus la regione si appresta ad entrare in zona rossa. Un cambiamento che, dopo i recenti cambiamenti introdotti, interverrà a partire da lunedì 15 marzo. L’ordinanza ufficiale sarà firmata dal ministro Speranza.
“La Lombardia purtroppo si prepara a diventare zona rossa. Ce lo dicono i dati, pur contenuti dalle scelte prese la settimana scorsa che sono servite a rallentare il virus. Mi auguro che sia l’ultimo sacrificio” ha commentato il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, intervenendo alla trasmissione ‘Aria Pulita’ su Italia 7 Gold.
Da lunedì, dunque, non solo scuole, bar e ristoranti chiusi, ma anche i negozi ad eccezione di quelli che vendono prodotto di prima necessità. Si potrà circolare solo per giustificati motivi di lavoro, salute o necessità con l’autocertificazione
«Ad un anno dall’inizio della pandemia, non credo che abbiamo commesso degli errori nella gestione dell’emergenza, ma che il virus è più complicato di quello che gli stessi scienziati potessero immaginare. A più di un anno di distanza non abbiamo ancora trovato una cura specifica. Grazie al cielo abbiamo fatto quasi un miracolo a trovare i vaccini, che sono l’unica nostra ancora di salvezza». «Queste varianti attaccano molto anche i giovanissimi – ha aggiunto il governatore -. Una delle categorie più contagiate è quella che va dai 9 ai 18 anni, il virus sta cambiando i soggetti su cui si installa. Bisogna prestare molto attenzione. È una sofferenza che mi auguro che nell’arco di qualche mese si concluderà».
Il governatore ha quindi ribadito “di aver richiesto, ancora una volta, al Governo che venisse prevista la possibilità, per i figli del personale sanitario, di proseguire la frequenza della scuola ‘in presenza’. Richiesta che – ha concluso il presidente Fontana – dovrebbe essere inserita nel nuovo Decreto legge”.
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