Il nuovo Assegno unico familiare tra nodi, incognite e calcoli

Il beneficio per lavoratori autonomi e redditi bassi e il rischio per il 29% delle famiglie di veder ridotti gli aiuti: al Governo il compito di armonizzare la manovra

famiglia

Il parlamento, Camera e Senato, hanno approvato nelle scorse settimane la legge delega per l’Assegno Unico Familiare che entra in vigore oggi, 21 aprile: «Sta al Governo ora formulare i decreti legislativi necessari ad attivare la misura entro il 30 giugno – scadenza più volte ribadita proprio dall’esecutivo – trovando i compromessi necessari ad armonizzare la manovra per risolvere i nodi critici, in parte già emersi», spiega Benedetta Chiodaroli, giurista che collabora con l’associazione Mamme in Cerchio di Azzate per sostenere le famiglie.

CRITICITÀ

CHI CI GUADAGNA: secondo l’Istat il 68% delle famiglie avrebbero un beneficio dall’assegno unico familiare, a cominciare da chi non riesce a beneficiare degli assegni familiari (lavoratori autonomi e redditi molto bassi). I vantaggi potrebbero superare anche le mille euro l’anno (qui alcune simulazioni per “famiglie tipo” proposte dalla Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro).

CHI CI PERDE: sempre secondo l’Istat il 29,7% delle famiglie rischia di vedere ridotte le forme di sostegno. Sono le famiglie con figli a carico maggiori di 21 anni, le coppie di fatto (gli assegni familiari vengono riconosciuti in base al reddito dei singoli genitori, mentre l’Isee tiene conto dei redditi di entrambi i genitori conviventi, anche se non sposati) e le famiglie con patrimonio immobiliare (considerato dal Isee anche se non a reddito).

«Anche da queste stime emerge la necessità di stanziare ulteriori fondi e di inserire una sorta di “clausola di salvaguardia” per evitare che le famiglie possano aver un danno economico dall’entrata in vigore del nuovo sistema – spiega Chiodaroli – Inoltre saranno da valutare tempi e modi per il graduale passaggio dagli attuali contributi alla famigli destinati ad essere superati dall’introduzione dell’Assegno unico familiare, prevista dal 1° luglio. I tempi sono stretti, e non è da escludere uno slittamento visto che per legge il governo ha 12 mesi per emanare i decreti necessari ad attuare la legge delega approvata»

I PRINCIPI

UNIVERSALITÀ: l’Assegno unico permetterà anche ai redditi da lavoro autonomo di percepire i contributi per i figli (oggi gli assegni familiari, vengono corrisposti solo ai lavoratori dipendenti).
Inoltre sarà riconosciuto per ogni figlio minore, a partire dal settimo mese di gravidanza (al momento invece i contributi di cui beneficiano le famiglie dipendono dai bonus in vigore nel periodo di nascita del bambino, con ampie differenze) e spetterà ad entrambi i genitori per ciascun figlio a carico (anche se separati o divorziati, salvo affidamento esclusivo).

PROGRESSIVITÀ: anche se ci sarà una quota fissa, l’ammontare del contributo economico mensile (annunciato attorno a un valore di 250euro) dipenderà dalla situazione economica del richiedente, così come risultante dall’indicatore ISEE.
Sarà maggiorato dal terzo figlio in poi, per le giovani madri e in caso di figli con disabilità.

RISCOSSIONE

L’Assegno unico familiare sarà costituito da un’erogazione in denaro mensile o in  forma di credito d’imposta: da chiarire se la scelta per l’una o l’altra soluzione sarà a discrezione delle famiglie oppure stabilita per legge e con quali criteri
L’assegno unico familiare sarà compatibile con  altre misure di sostegno al reddito erogati dagli enti locali (restano quindi validi i contributi regionali e locali alle famiglie), e non influisce sulle richieste di altre prestazioni sociali agevolate a favore dei figli con disabilità.

FIGLI MAGGIORENNI

L’assegno unico familiare spetterà anche per i figli maggiorenni a carico fino a 21 anni, ma in quota ridotta e a precise condizioni (es. iscrizione corso laurea); ai maggiorenni potrà essere corrisposto, a richiesta, anche direttamente.
L’assegno sarà riconosciuto anche per i figli con più di 21 anni se disabili e a carico dei genitori.

FONDI A DISPOSIZIONE

Attualmente sono stanziati circa 19 miliardi per il 2021 con la prospettiva di arrivare nel 2022 a 21,6 miliardi, con un aumento complessivo del +40% (stima della Fondazione studi dei Consulenti del lavoro) rispetto ai 15,6 milioni di risorse stanziate in media all’anno per il sostegno alle famiglie italiane, avvicinandoci così di più agli standard europei.
I fondi sono comprensivi delle risorse già stanziate in passato (e derivanti dalle sei misure di sostegno al reddito che verranno sostituite dall’Assegno unico familiare) e di nuovi fondi previsti dalla legge di Bilancio 2021 anche per i prossimi anni.

L’assegno unico sostituirà il premio alla nascita, l’assegno di natalità e l’assegno ai nuclei con almeno tre figli e, più gradualmente “nel quadro di una più ampia riforma del sistema fiscale” anche le detrazioni Irpef per i gigli a carico e l’assegno per il nucleo familiare.
Resterebbero invece in vigore i Bonus asili nido, i congedi parentali, il fondo Politiche per la famiglia (ripartito anche a livello locale) e la Carta famiglia.

Lidia Romeo
lidiaromeo@gmail.com

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Pubblicato il 21 Aprile 2021
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