Commercianti di via Mameli a Busto Arsizio contro Enel: “Sette ore senza elettricità sono un danno”
C'è sempre più insofferenza tra le attività coinvolte per le interruzioni prolungate di corrente da parte di Enel. Qualche giorno fa è accaduto a Gazzada Schianno, il 29 toccherà ad una via di Busto Arsizio
Commercianti arrabbiati con Enel. È successo la scorsa settimana a Gazzada Schianno, dove alcune attività commerciali sono state penalizzate da un distacco di corrente durato mezza giornata, e succede oggi a Busto Arsizio dove a lamentarsi del poco preavviso e del grande danno che verrà arrecato sono alcuni negozianti di via Mameli. A capo di questa protesta c’è Francesco Giuffrida del panificio Frangipane, attività aperta ad agosto dell’anno scorso: «Ieri sera un dipendente di E-Distribuzione ci ha consegnato l’avviso col quale ci informavano dell’interruzione di corrente dalle 7,30 alle 14,30 del 29 aprile. Non si rendono conto del danno economico che creeranno alla mia attività e a quelle di alcuni colleghi qui nelle via».
Le attività coinvolte sono: l’ufficio postale della stazione Fs, l’edicola della stazione, la biglietteria, il dentista, un’agenzia per badanti e tutti gli altri studi, comprese le abitazioni civili. Le utenze che subiranno l’interruzione sono quelle comprese tra i numeri 2 e 4 e 1 e 5 di via Mameli e dal 40 al 42 e dal 33 al 39 di piazza Volontari della Libertà.
«Chiediamo maggiore rispetto da parte di Enel – prosegue il panettiere – in particolar modo in questo periodo difficile per molte attività commerciali già pesantemente penalizzate dalle chiusure. Nel mio negozio ho ancora un cavo di quelli grossi che spunta dal sottosuolo, abbandonato da non so quanto tempo sempre da Enel».
I commercianti chiedono di intervenire in giorni diversi (come il sabato) o in una fascia oraria diversa «anche al pomeriggio sarebbe andato bene, visto che in quelle ore del mattino si fa la maggior parte dell’incasso. Per non parlare delle merci deperibili nei frigoriferi che rischio di non poter più vendere». Questo tipo di interventi, fatti in questo periodo e con queste modalità calate dall’alto, stanno creando tensioni tra le attività colpite dopo un anno di crisi profonda.
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