Corruzione a Lonate Pozzolo, condannata a 3 anni Orietta Liccati
Oltre all'ex-assessore all'Urbanistica di Gallarate sono stati condannati anche due imprenditori che avrebbero pagato tangenti all'allora sindaco Danilo Rivolta. Assolto per depenalizzazione del reato, l'ex comandante della Locale
Il processo sulla corruzione a Lonate Pozzolo, durante il mandato da sindaco di Danilo Rivolta poi costretto alle dimissioni, ha prodotto nuove sentenze oggi, giovedì, emesse dal giudice per l’udienza preliminare Tiziana Landoni. I fatti risalgono al 2017 quando l’inchiesta, che fece emergere il coagulo di interessi e corruzione attorno al primo cittadino, spazzò via l’intera giunta lonatese e portò alle misure di custodia cautelare nei confronti della compagna, allora assessore a Gallarate, del fratello Fulvio, di alcuni imprenditori locali e il comandante della Polizia Locale. Da quell’indagine presero il via ben più corposi fascicoli come Mensa dei Poveri e alcune inchieste sulla ‘ndrangheta.
La condanna più pesante è arrivata per Orietta Liccati, compagna di Danilo Rivolta, all’epoca assessore all’Urbanistica della giunta Cassani a Gallarate ma per vicende che non riguardano la città in cui amministrava. Per lei il giudice ha stabilito una condanna a 3 anni di reclusione (in rito abbreviato), superiore anche alla richiesta dell’accusa che era di 2 anni e 8 mesi.
Il legale Carlo Alberto Cova, che aveva chiesto l’assoluzione, ha già annunciato che presenterà appello ma prima aspetterà di leggere le motivazioni della sentenza: «Non c’è alcuna prova della sua partecipazione all’accordo corruttivo» – è stato il suo commento. L’accusa è quella di aver ottenuto soldi da uno degli imprenditori coinvolti nella vicenda e un incarico di consulenza.
I due imprenditori ancora a processo, difesi da Cesare Cicorella, hanno patteggiato 1 anno 9 mesi 10 giorni di detenzione con risarcimento del danno mentre altri due imprenditori e l’architetto Fulvio Rivolta (fratello di Danilo e già condannato per corruzione) andranno a dibattimento. Assolto, infine, l’ex-comandante della Polizia Locale Costantino Gemelli perchè è stato depenalizzato il reato di abuso d’ufficio.
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