Maccagno paese fra i più “cardioprotetti“ d’Italia fa l’inventario dei defibrillatori
In corso un check sugli strumenti salvavita installati nel corso del tempo nelle frazioni: sono in un numero pari al quadruplo di quanto consigliato dalle linee guida internazionali
Una necessità dettata dai tempi, che vogliono tecnologia al servizio della vita, come è giusto che sia.
Ma anche una tendenza che proprio qui nell’Alto Varesotto si è consolidata, grazie alla sensibilità del tema e della conformazione geografica di un comune fra i più estesi della provincia che da tempo si è dotato di defibrillatori.
Risultato: i 12 macchinari installati per 2.500 residenti – che in epoca “precovid“ quando il turismo rappresentava elemento di movimento, crescevano di molto soprattutto nel periodo estivo – laureano Maccagno con Pino e Veddasca uno dei comuni più cardioprotetti d’Italia.
Il rapporto fra residenti e defibrillatori a Maccagno è di 1 ogni 250, ben il quadruplo delle linee guida internazionali che indicano il rapporto ottimale di 1 ogni 1000 residenti, ma anche al di sopra dei Comuni del Piacentino che i tecnici della materia ricordano come i centri precursori dell’uso dei defibrillatori nelle comunità locali, dove la densità si attesta a 1 defibrillatore ogni 350 abitanti. In questi giorni nel comune dell’alto lago è in corso un check di tutti i macchinari.
«È evidente che avere tutti questi defibrillatori e rischiare che qualcuno si deteriori non ha senso e quindi abbiamo creato uno scadenziario con gli interventi da fare. È una garanzia in più per i nostri residenti», ha spiegato il sindaco Fabio Passera che racconta di aver consultato un’azienda specializzata per seguire le scadenze manutentive, così da assicurare che ogni defibrillatore sia nelle condizioni ottimali, e pronto all’uso.
«Abbiamo cominciato alcuni anni fa e ora siamo a quota 12», spiega Passera, «tutti defibrillatori sono comunali (salvo uno, comunque a disposizione della cittadinanza) e sorti nel tempo per motivi diversi. Cinque sono nati in convenzione con Areu, uno è stato comprato e cinque donati da privati, più quello della Torcitura che ha voluto comprarlo al servizio dell’attività produttiva e metterlo a disposizione dei cittadini. Di fatto sono 12».
Così lunedì è stato fatto un sopralluogo in tutte le postazioni dove sono presenti i defibrillatori (nella foto).
Oltre a quello presso la fabbrica tessile della frazione di Garabiolo ce n’è uno nella frazione di Biegno, poi a Lozzo, ad Armio e ai piedi dell’impianto di risalita in Forcora; due sono a Pino (fuori dall’ambulatorio medico e al campo sportivo di Via Cros, custodito negli spogliatoi) e poi nei pressi dei campi da tennis, del campo a sette giocatori di Largo Alpini, fuori dalla Farmacia, all’esterno dell’Auditorium e al Campo sportivo comunale di Via Virgilio Parisi.
«Il tema è stato sviluppato in sintonia con Areu», conclude Passera, «un punto di vanto per il nostro Comune, con la speranza che questi defibrillatori cardiaci non debbano servire mai».
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