Il fronte “no inceneritore” si compatta e torna a scendere in piazza: “Spegnetelo subito”
Questa volta, oltre al comitato No Accam, ci saranno anche Legambiente e lo storico comitato di Borsano: "Vogliamo un futuro green per uno dei luoghi più inquinati d'Europa"
Tutti uniti per manifestare il dissenso nei confronti della nuova società che andrà a gestire l’impianto di incenerimento di Borsano. Questa volta scenderanno in strada insieme il Comitato No Accam, il comitato ecologico di Borsano e Legambiente: «Siamo tutti dalla stessa parte, per lo spegnimento dell’impianto» – fanno sapere gli organizzatori.
L’appuntamento è per sabato 8 maggio alle 15,30 in piazza Santa Maria a Busto Arsizio, nel cuore della città. Un segnale di presenza importante per far capire ad Amga, Agesp e Cap Holding, ma anche a tutti i sindaci che fanno parte della vecchia società, che la cittadinanza non smette di vigilare su quanto sta accadendo dopo le ultime mosse che hanno portato alla proposta di acquisto da parte dei nuovi soci e ad una segretezza che ha subito creato un alone di sospetto su tutta la vicenda.
« Sabato si raduneranno coloro che vogliono chiudere il vecchio inceneritore ACCAM di Busto Arsizio che da oltre 50 anni inquina l’aria con i suoi fumi comporta un traffico di circa 3000 camion al mese provenienti da tutta Italia, è in perdita economica di parecchi milioni di euro arrivando ad essere a rischio fallimento» – scrivono gli organizzatori.
I comitati sciorinano dati e fanno un ritratto di Busto Arsizio che mette i brividi: «Gli amministratori della città vogliono ora prorogare la sua attività per altri 30 anni (e forse oltre) e coprire le perdite continuando ad inquinare a spese della nostra salute! Nonostante viviamo in una delle zone più inquinate d’Italia e con alti tassi di malattie oncologiche: un recente studio dell’ ISGlobal (Istituto Salute Globale di Barcellona) colloca Busto Arsizio all’11esimo posto in Italia e al 19esimo in Europa per inquinamento e mortalità da polveri sottili. A due passi da casa nostra abbiamo Malpensa; due autostrade; una superstrada; un tessuto industriale poco green; un forno crematorio che verrà raddoppiato per servire metà della provincia di Varese e dell’Altomilanese; il terminal cargo Hupac e il terminal cargo di Malpensa… E d’altro canto, nessun serio intervento di mobilità sostenibile».
La manifestazione sarà nel massimo rispetto delle regole vigenti in materia di emergenza sanitaria.
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