Intervista alla dirigente del Keynes di Gazzada Fausta Zibetti: “Grazie agli investimenti nella tecnologia, abbiamo affrontato il cambiamento”
Tracciamo un bilancio dell’anno scolastico, per capire meglio com’è cambiata la scuola a seguito dell’emergenza sanitaria e come guarda al futuro
La sfida dell’emergenza pandemica per la scuola è stata enorme ed è tutt’altro che superata: la strada per il ritorno alla normalità è ancora in salita. Per capire a che punto è la situazione negli istituti del territorio abbiamo iniziato un dialogo con i dirigenti scolastici che possa aiutare a capire quali sono le prospettive di uno dei settori più importanti e vitali per il futuro del nostro Paese.
Intervista a Fausta Zibetti, Dirigente dell’ISIS J. M.Keynes di Gazzada Schianno: tracciamo con lei un bilancio dell’anno scolastico, per capire meglio com’è cambiata la scuola a seguito dell’emergenza sanitaria.
Quali i principali problemi affrontati durante l’emergenza sanitaria?
«La nostra scuola, fin dall’estate scorsa, ha investito in tecnologia, potenziando la rete wi fi e dotandosi di una strumentazione all’avanguardia che ha consentito ai docenti di condurre un’efficace didattica a distanza e agli studenti di partecipare attivamente alle lezioni, proprio come se fossero stati in classe, utilizzando da remoto persino i laboratori. Questa scelta, compiuta tempestivamente, ha permesso un avvio fluido delle lezioni e ci consente oggi di trarre un primo bilancio di quest’anno scolastico, come lo scorso caratterizzato dall’emergenza COVID. Possiamo dunque dire che le lezioni si sono svolte regolarmente, alternando periodi di DaD integrale a mesi di didattica in presenza al 50%, secondo le disposizioni ministeriali.
La sinergia con gli enti locali e il proficuo rapporto con le aziende di trasporto che, soprattutto dal mese di gennaio, hanno incrementato il numero dei mezzi e intensificato le corse, ci ha consentito di creare le condizioni di stabilità per offrire a docenti e studenti un ambiente di lavoro organizzato e sereno, in rapporto alle circostanze ambientali».
Quali soluzioni sono state prese solo per l’emergenza e quali, invece, potrebbero diventare di sistema?
«Le soluzioni messe in campo per l’adeguamento infrastrutturale dell’Istituto sono senz’altro un investimento proficuo nel lungo termine, per il vantaggio intrinseco che una strumentazione così all’avanguardia comporta per un istituto tecnico e perché consentirà alla scuola di offrire in ogni momento risposte efficaci di fronte a qualsiasi indicazione governativa per far fronte ad eventuali altre ondate nella diffusione pandemica. Certamente corre l’obbligo di sottolineare che la DAD o la DID non potranno mai del tutto soppiantare le lezioni in presenza, poiché agli studenti verrebbero a mancare la socialità propria dell’ambiente scolastico e tutte quelle dinamiche di interazione che si determinano nel contatto quotidiano. Esse però oggi rappresentano uno strumento in più a disposizione della scuola, a cui si può far ricorso anche in futuro.
Senz’altro positiva, inoltre, è stata la possibilità di svolgere a distanza le riunioni collegiali o i colloqui con i genitori, una modalità che si potrebbe pensare di rendere strutturale, per gli indubbi vantaggi sul piano degli spostamenti e della riduzione dei tempi. Inoltre la piattaforma utilizzata dalla scuola ha consentito scambi e contatti, formali e informali, più frequenti tra il personale scolastico.
In definitiva, ritengo che la modalità on line, cui in fase pandemica abbiamo dovuto far ricorso, possa comunque rappresentare una risorsa per il futuro, cui fare ricorso come “doppio canale”».
Il digital divide è un problema? Quali risposte dal territorio?
«Devo dire che la maggior parte dei nostri studenti si è subito messa in condizioni di poter seguire le lezioni a distanza. La scuola comunque ha indirizzato le famiglie meno abbienti a ricorrere ai finanziamenti messi a disposizione dal Ministero per colmare eventuali gap tecnologici».
Cosa si dovrebbe fare questa estate per un avvio normale dal prossimo anno scolastico?
«Direi innanzitutto che è necessario un periodo di meritato riposo per docenti e studenti, tutti ugualmente stremati, fisicamente ed emotivamente, da un anno durissimo che ha imposto nuovi metodi e nuovi ritmi alla didattica, allo studio e all’apprendimento. Ritengo che una pausa sia un tempo prezioso e indispensabile per consentire al vissuto recente di sedimentarsi e di essere rielaborato per coglierne tutte le opportunità positive, ricalibrando le criticità. Dopo di che, come detto, avendo già attuato degli interventi di adeguamento tecnologico, dovremo ricalibrare alcuni spazi della scuola, ma l’impianto generale resta quello adottato quest’anno, poiché è risultato adeguato alle esigenze del nostro Istituto».
Domani, quando avremo superato l’emergenza, che tipo di scuola ci dovrà essere? Quali le richieste del mondo dell’istruzione?
«L’auspicio è che, superata l’emergenza pandemica, la scuola possa nuovamente essere vissuta come luogo non solo di cultura, ma anche e soprattutto di incontro e di confronto, di dialogo e dibattito dialettico riacquistando, tutti, quella vivacità e quel dinamismo che le chiusure ci hanno negato. Naturalmente la didattica a distanza e la didattica digitale integrata, strumenti utilizzati in risposta all’emergenza, continueranno ad essere un valore aggiunto, un supporto ulteriore per docenti e studenti, che ne potranno ricalibrare l’uso, piegandolo alle rinnovate esigenze della scuola».
Come è cambiata, se è cambiata, la struttura della scuola? Ci sono stati adeguamenti funzionali e strutturali per ridurre o rimodulare le classi, gli orari, le lezioni?
«L’Istituto Keynes ha mantenuto sostanzialmente inalterato l’impianto organizzativo precedente all’emergenza pandemica in termini di orari e di svolgimento delle lezioni, proprio per non creare sostanziali difformità rispetto alla gestione pre-pandemica. In vista del prossimo anno scolastico si prevede la sistemazione di alcune nuove aule per ospitare i numerosi nuovi iscritti».
Che dispersione scolastica ha registrato la vostra scuola in questa emergenza?
«In merito alla dispersione scolastica la nostra scuola ha registrato dati in linea con gli scorsi anni e pertanto i pochissimi abbandoni in corso d’anno non possono essere imputati alla pandemia. Posso senz’altro dire che lì dove siano state intercettate delle situazioni più delicate, le stesse sono state prontamente gestite e tempestivamente affrontate».
Il recupero dei saperi e delle conoscenze persi dal febbraio 2020. È una priorità?
«Non credo che si siano persi saperi e conoscenze a causa della pandemia, poiché i docenti hanno svolto regolarmente le loro lezioni, soprattutto nell’anno scolastico in corso.
Certamente è stata una priorità offrire supporto a tutti gli studenti ed in particolare a quelli che hanno chiuso lo scorso anno scolastico con delle insufficienze, per questo la scuola ha predisposto dei corsi di recupero che li hanno accompagnati fino all’avvio del nuovo anno. I nuovi iscritti, inoltre, dal 1 settembre, prima dell’avvio delle lezioni, hanno potuto usufruire sul Progetto Accoglienza, affiancati da docenti tutor che li hanno introdotti nel nuovo ambiente. In corso d’anno è stato mantenuto sempre attivo lo Sportello help in modalità on line, con lezioni tenute dagli stessi docenti della scuola a supporto degli studenti più fragili».
Avete attivato il supporto psicologico agli studenti o docenti?
«Il Servizio di consulenza psicologica rivolta agli studenti e alle famiglie, oltre che al personale scolastico, è sempre stato attivo e a disposizione di chiunque ne abbia fatto richiesta. Declinato quest’anno in modalità on line, si è rivelato ancora di più un supporto indispensabile per affrontare il disagio creato dall’isolamento, il che ha aiutato il sereno svolgimento dell’anno scolastico».
LA GESTIONE DELLA PANDEMIA
Avete avuto la possibilità di comprendere se si siano verificati episodi di contagio nelle vostre scuole?
«La nostra scuola si è dotata fin da subito di un rigido protocollo con tutte le misure, obbligatorie e opzionali, per il contenimento del contagio, dai termoscanner agli ingressi, all’igienizzante per le mani in ogni aula, nei corridoi, nei servizi igienici, ha adottato un piano di vigilanza per evitare assembramenti negli spazi comuni, ha organizzato le presenze in aula nel pieno rispetto della distanza minima tra gli studenti e i docenti. Dallo scorso autunno ad oggi non abbiamo registrato focolai e soltanto tre classi in isolamento fiduciario per contagi avvenuti a scuola. Possiamo dire che il rapporto tra i nostri referenti Covid e ATS Insubria, sono sempre stati efficaci e tempestivi e ciò ci ha permesso di attivare immediatamente il protocollo di isolamento domiciliare di singoli casi».
A che punto è la vaccinazione sul personale scolastico nel vostro Istituto? Ci sono insegnanti che hanno rifiutato di farsi vaccinare?
«La vaccinazione dei nostri docenti e del personale ATA ha seguito il passo della campagna regionale, pertanto ad oggi è stata vaccinata la maggior parte di chi ne aveva fatto domanda e resta in attesa della seconda somministrazione».
La figura del responsabile covid: quanto lavoro burocratico ha creato? La vostra struttura era ed è adeguata a svolgere i nuovi obblighi?
«La figura del responsabile COVID è stata preziosa per il nostro Istituto perché ha mantenuto costante il contatto con ATS, agevolando le attività di contact tracing. Naturalmente si può dire che le incombenze burocratiche sono aumentate, ed anche le responsabilità annesse, dato che si tratta di monitorare un aspetto che riguarda la salute della popolazione scolastica».
La collaborazione con gli altri enti istituzionali: i trasporti, gli enti locali, l’autorità sanitaria, com’è il dialogo e il coordinamento tra i diversi attori in campo?
«L’esperienza del Keynes è stata positiva sia per il raccordo con la Prefettura e l’Ufficio Scolastico Territoriale, che ci hanno consentito di assumere delle decisioni organizzative in linea con le reali esigenze del nostro istituto, sia per il rapporto con l’azienda dei trasporti, soprattutto da gennaio in poi, quando è stato incrementato il numero dei mezzi e la frequenza delle corse».
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