
“Il mio tacchino ha cambiato sesso”. L’incredibile ma vera storia di un volatile transgender
Il fatto, accaduto in provincia di Varese nel pollaio di famiglia di una nostra giornalista, ha una spiegazione scientifica

Per tutti era la Maria Carla Alberta, figlia femmina della prima covata dell’Albert e della Maria Rosa, affiatata coppia di tacchini brianzoli allevati in Valmarchirolo. Il tacchino brianzolo è un volatile che vuole essere elegante e si atteggia a signorotto, ma che in realtà fa abbastanza simpatia nella sua goffaggine.


Decidemmo di prenderne una coppia qualche anno fa e dopo una serie di insuccessi, abbiamo finalmente assistito alla felice schiusa delle uova nella primavera del 2020. Quattro palle di piume si muovevano su quatto paia di zampette traballanti: una grande gioia che rallegrò il primo, duro, lockdown. Per quanto riguarda il sesso dei pulcini nei primi giorni era praticamente impossibile distinguere maschi e femmine, ma mano a mano che son cresciuti le differenze sono diventate ben riconoscibili.

Ecco allora che due dei quattro piccoli pennuti hanno iniziato a “fare la ruota”, a gloglottare (onomatopeica parola che indica il verso tipico dei tacchini, che suona appunto come un “glo- glo”) e a metter su i bargigli. Tutte cose da maschi, insomma. Gli altri due invece sono rimasti più minuti, senza bargigli, senza coda “rotante” e più propensi a pigolare che non a gloglottare. Nessun dubbio quindi: si trattava di due deliziose “ragazze”.

Una di loro, la Maria Carla, si è ammalata alla fine dello scorso autunno della sinusite dei tacchini (sì, esiste pure questa), il che ci ha visti costretti a portarla dalla veterinaria (tra l’altro in piena zona rossa, con autocertificazione in mano recitante “la tacchina ha la sinusite e la sto portando dal dottore”) la quale mi ha confermato si trattava di un esemplare femmina.

Ora, qualche settimana fa ci siamo accorti che la Maria Carla Alberta non era più quella di un tempo. Ha iniziato a gloglottare. Le sono spuntati i bargigli, ha iniziato a fare al ruota. Insomma… era più un Carlo Alberto Maria ormai. «Ma cosa sta succedendo? Ma no, era femmina! Lo aveva detto anche la veterinaria. Ma è possibile? Ma come?». La faccenda animava ormai il dibattito familiare. Ma di dubbi non ce ne potevano più essere: allegro e goffo come suo padre, Carlo Alberto Maria era un tacchino brianzolo maschio fatto e finito.

Un fatto non frequente, ma possibile
Il mutamento di sesso nel corso della vita, nome scientifico “ermafroditismo sequenziale”, accade normalmente in natura per alcuni animali. Diverse specie di pesci ossei per esempio, nascono maschi e muoiono femmine (protogenìa) o viceversa (protoandrìa). Un esempio celebre è il pesce pagliaccio portato alla ribalta dalla Dinsey nel film “Alla ricerca di Nemo”. Alcuni addirittura cambiano sesso più volte durante la giornata, come questo pesce nativo del mar dei Caraibi. Il perché lo abbiamo chiesto ad Alessandra Gagliardi, ricercatrice dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese.
«Il cambio di sesso durante la vita è ormai cosa nota in molte specie. Il perché è da ricercarsi in alcuni vantaggi che questo comporta per la sopravvivenza della specie stessa. A volte è legato al discorso delle dimensioni: conviene essere all’inizio piccole femmine che depongono uova per poi diventare grossi maschi capaci di competere per accaparrarsi una – o più – femmine in età adulta – ci spiega la ricercatrice – Fino a pochi anni fa si pensava fosse una prerogativa esclusiva di pesci e anfibi. Oggi sappiamo che questo passaggio può accadere anche in alcune specie di volatili. È una situazione non così frequente, ma conosciuta».

Gagliardi ci ha poi spiegato che «Gli ultimi studi dimostrano che la determinazione del sesso è complessa e non unicamente ascrivibile al patrimonio genetico con cui si nasce», motivo questo che piegherebbe il passaggio da un genere all’altro nel corso della vita di un esemplare, «Questa sembra essere piuttosto dovuta all’ interazione fra fattori genetici (cromosomi), combinata con gli ormoni (prodotti per esempio dalle gonadi durante lo sviluppo). Se negli esseri umani è il testosterone l’ormone determinante, negli uccelli sono piuttosto gli estrogeni (steroidei) che mascolinizzano o femminizzano l’animale».
Perché accada però, ancora non è ben chiaro. Quel che si sa è che può succedere, magari in seguito ad un fattore scatenante quale un processo ormonale o un ovario che si atrofizza. Si stanno così conducendo esperimenti in laboratorio, durante i quali ad alcuni soggetti (parliamo di volatili) è stato tolto un ovario e si è visto come l’altro regredisse fino a somigliare ad un testicolo, carattere sessuale primario, portando poi alla comparsa dei caratteri sessuali secondari quali per esempio i bargigli.
La storia della fu Maria Carla Alberta, ad oggi Alberto Carlo Maria ci insegna a sorridere di chi, spesso negando dignità e diritti quando si parla di omosessualità e transfobia, assume a riprova e a giustificazione delle sue offese la tesi che certe situazioni siano “contro natura”. Perché la natura, da parte sua, sembra pensarla diversamente.

Alcuni articoli di approfondimento (in lingua inglese):
– Un verme con tre sessi: maschio, femmina ed ermafrodita . Spiega il ruolo determinante dell’eramafroditismo nella storia naturale
-Pesci Transgender . Di come il 2% delle specie di pesci sia classificato come “sessualmente labile”
– La Storia di Doris, la lucertola che da femmina si è trasformata in maschio. E che ha strabiliato gli scienziati di Melbourne dove è stata studiata
– Elenco di alcuni animali che possono cambiare sesso. Rane, lumache, serpenti e pesci.
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Il cambio di sesso nelle specie animali è dovuto a complessi e sviluppati meccanismi di prosecuzione della specie che innescano mutazioni in essere al fine di ottenere la continuità del branco e favorirne la riproduzione e non per ultimo garantire la sopravvivenza del singolo esemplare con condizioni di vita più favorevoli.
In alcune specie di pesci che vivono in gruppi composti da femmine dominate da un singolo esemplare maschio non è raro osservare che se quest’ultimo muore o viene rimosso dal suo “harem”, la femmina più grande in soli 10 giorni diventa maschio e si pone a capo del gruppo. Il suo comportamento cambia in pochi minuti mentre suo colore cambia poche ore. Le ovaie diventano testicoli e nel giro di 10 giorni è già capace di produrre sperma.
Alcune ricerche di sequenziamento del DNA hanno osservato che esistono specifici geni che vengono disattivati e attivati nel cervello e nelle gonadi di questo pesce e che a loro volta attivano il cambiamento di sesso.
E’ vero in natura non è un fenomeno raro ma non avviene per stimoli razionali/psicologici/morali od etici come per la specie umana. Ogni mutazione in natura ha un fine speculativo…insomma deve poter garantire la prosecuzione della specie a fronte di difficoltà esterne.
Felice, quello che dici è vero. In questo caso però la teoria vacilla perché sembra che negli uccelli, dopo il cambio di sesso, si verifichi una situazione di infertilità. Quindi non può essere la sopravvivenza della specie la spiegazione.
è ampiamente documentato che l’evoluzionismo “si muove” in maniera casuale , non ri dado creando aberrazioni o caratteristiche che poi non si dimostrano adatte alla sopravvivenza e si estinguono in tempi molto variabili. quella osservata nelle specie in questione potrebbe essere solo una delle moltissime tappe evolutive. sembrerà strano ma anche la natura, a suo modo esegue un infinità di “esperimenti”
Vero…non sempre c’è un fine programmatico all’evoluzione delle specie viventi.