Barea (Btsr): “L’automazione non ruberà il lavoro, ma lo cambierà”

L'introduzione dei robot nelle aziende crea preoccupazione per l'occupazione. Il fondatore di Btsr spa di Olgiate Olona: "I cambiamenti sono sempre più veloci e serviranno sempre più competenze, occorrerà dare sfogo alla creatività"

federmeccanica btsr olgiate olona

È intrigante immaginare un mondo in cui ogni azione quotidiana possa essere svolta da robot senza la necessità di muovere un dito. La fantascienza ci ha permesso di sognare, ma siamo sicuri che ad oggi sia solo fantascienza e che non possa avere effetti sul mercato del lavoro?
L’automazione nelle aziende è sicuramente un elemento che mette in discussione il lavoro del futuro, una realtà che ha già alimentato riflessioni e dibattiti, lasciando sullo sfondo una domanda:  l’innovazione porterà alla distruzione o alla creazione di occupazione?

Abbiamo rivolto queste domande a Tiziano Barea fondatore di BTSR (Best Technology Study & Research), azienda di Olgiate Olona con oltre cento dipendenti, estremamente innovativa nei settori dell’elettronica e del meccanotessile e con una forte propensione all’export. L’impresa, da poco entrata anche nel mondo dei software, offre soluzioni intelligenti e innovative, ovvero sensori e sistemi di controllo qualità per diversi tipi di filati che permettono di rendere efficienti i processi produttivi.

Il vostro ciclo produttivo altamente robotizzato quali mansioni ha permesso di risparmiare all’uomo?
«In BTSR cerchiamo di fare in modo che le persone aggiungano valore e non semplicemente un costo. Per poter ottenere questo risultato, facciamo fare all’automazione tutto ciò che sarebbe noioso e alienante per noi esseri umani. Cerchiamo di fare in modo che le persone diano un contributo che sia effettivamente utile nel controllo della qualità, nella progettazione e nella verifica di tutte quelle fasi all’interno della produzione, garantendo qualità e precisione delle componenti realizzate».

Quali sono le attuali competenze necessarie per lavorare in BTSR e come si sono evolute nel tempo?
«È sempre più richiesto personale con competenze tecniche, mentre in passato magari poteva bastare l’esperienza. Abbiamo bisogno di persone preparate, la formazione tecnica ormai è la condizione minima per entrare nel ciclo produttivo della nostra azienda. Sono richieste caratteristiche che hanno i periti con competenze elettroniche, meccaniche e meccatroniche».

Questo risparmio di manodopera, lo percepisce più come una sostituzione uomo-macchina che porterà ad un aumento di disoccupazione oppure come una creazione di nuova occupazione?
«Tutte le volte che l’umanità ha vissuto rivoluzioni industriali, a partire dalla prima, si pensava che l’effetto fosse la perdita di occupazione. In realtà hanno sempre creato grandi opportunità. Quindi è già successo anche con la seconda e con la terza rivoluzione industriale. Ecco perché penso che la robotizzazione non porterà via posti di lavoro, ma creerà opportunità in un ambito diverso dove saranno necessarie competenze diverse: bisogna conoscere le tecnologie. Si aprono scenari incredibili perché la tecnologia, l’elettronica e i software entrano sempre più a far parte delle nostre vite. Non è una sostituzione dell’occupazione umana e non lo sarà mai: per creare delle cose ci sarà sempre bisogno dell’uomo».

La vostra vision è “eccellenza attraverso l’innovazione, esplorando il futuro”: cosa si prospetta per il futuro di BTSR?
«Viviamo momenti difficili e siamo martellati da notizie pessimistiche. Tutto ciò che di bello esiste, non viene in nessun modo menzionato. Io vedo al di là della disgrazia: noi usciremo da questa pandemia sicuramente rafforzati. Einstein diceva che non esiste progresso senza crisi e le crisi servono a spingere l’uomo a creare nuove soluzioni a vecchi problemi. Questa pandemia porterà assolutamente a tante cose nuove che miglioreranno la nostra vita: primo tra tutti è il rispetto per l’ambiente. Il lavoro si sposta e si sposterà attraverso le nuove tecnologie».

Come si immagina il lavoro del futuro e quali sono gli elementi che secondo lei lo caratterizzeranno?
«Il lavoro nel futuro sicuramente cambierà e continuerà a cambiare. I cambiamenti sono sempre più veloci e serviranno sempre più competenze, ma soprattutto occorrerà dare sfogo alla creatività. Tutto ciò che c’è di nuovo, nasce dalla visione dell’uomo e dalla sua  capacità di proiettarsi nel futuro per renderlo migliore. Sicuramente troveremo nuovi equilibri, ma sta poi alla nostra buona volontà scegliere la strada giusta: quella dello sviluppo, della prosperità e del benessere. La qualità della vita oggi è sicuramente superiore, anche se siamo abituati a pensare che il passato fosse migliore e che il futuro sarà peggiore: siamo un pò troppo pessimisti, invece dobbiamo credere nel futuro».

La visione di Tiziano Barea sul lavoro del futuro è dunque molto chiara: l‘automazione non distruggerà occupazione, ma la cambierà.  Ad oggi, infatti, i paesi più robotizzati sono quelli che hanno il tasso di disoccupazione più basso. Si creeranno nuove posizioni che necessitano formazioni differenti, che specializzino e nello stesso tempo aprano la mente alla consapevolezza del cambiamento. Il motivo per cui cambiare sarà necessario, lo spiega uno studio di EY Italy: l’impatto dell’automazione sul futuro renderà inutilizzabili il 30 per cento delle attuali competenze.

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Pubblicato il 09 Giugno 2021
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