Capodanno in montagna
di Anna Rosa Confalonieri
La salita alla baita non finiva mai. Le ruote della Panda 4×4, un modello di dieci anni fa noleggiata in aeroporto, tradivano una scarsa aderenza al terreno coperto da un sottile strato di ghiaccio. Lisa guardò il cellulare: poco campo. Anche il navigatore le era di scarso aiuto: non riconosceva il percorso, ma la voce, che la invitava a svoltare indietro appena possibile, le teneva compagnia.
”Speriamo di non rimanere a piedi in questo deserto bianco”. Pulì con la mano la condensa che si formava sul parabrezza e si piegò leggermente in avanti per vedere meglio la strada. Il paesaggio era magnifico e un po’ inquietante. La neve, scesa copiosa nei giorni precedenti, aveva coperto i rami dei pini che affollavano la vallata. Tutto era candido e fermo. Su una curva la macchina fece un rumore da ferrovecchio stanco di essere al mondo.
“Non mi abbandonare proprio ora”. Ma la Panda non l’ascoltò. Lisa batté un pugno sul volante e girò con forza la chiave nel cruscotto. L’auto sussultò e poi si spense. Guardò di nuovo il cellulare: morto. Non poteva nemmeno avvisare Luca. Aspettò qualche minuto, immobile, le mani strette sul volante. Tirò un sospiro, aprì la portiera e scese dall’auto. Allacciò il piumino, infossò la testa nel cappuccio di pelo, mise la torcia in tasca e si avviò a piedi. Camminava a passo svelto per combattere il gelo che veniva dal terreno, le irrigidiva la punta dei piedi e saliva lungo la schiena. Un brivido la scosse, sfregò le mani per scaldarle e accese la pila. Il fascio di luce le diede sollievo. “Perché ho ceduto! Io odio la montagna!” Cosa avrebbe dato ora per essere su una spiaggia tropicale ad aspettare l'anno nuovo con le sue amiche! Sentì un rumore. Si voltò di scatto a scrutare il paesaggio intorno a lei. Trattenne il respiro. “Non è nulla, è la mia immaginazione, magari ci fosse qualcuno”.
Riprese a camminare, l’orecchio teso, le gambe pesanti, aveva freddo. Dal cielo gonfio, scendevano leggeri fiocchi di neve, che sul terreno asciutto attaccavano e facevano scricchiolare gli scarponi. Teneva lo sguardo fisso davanti a sé. I fiocchi, infittiti, creavano un muro attraversato dalla luce della torcia e si posavano sulle ciglia. Gli occhi di Lisa si velarono. Il sapore salato delle lacrime sulle labbra di nuovo le portavano la nostalgia delle spiagge e del mare. Era sola in tutto quel silenzio e non vedeva bene. Scivolò. Un colpo secco alla testa. Qualcosa di caldo le toccò le tempie. Forse una carezza di Luca. Doveva essere arrivata alla baita. Le sembrò di sentire la musica e il tepore del camino. Era contenta di essere lì. Il freddo era sparito. Sarebbe stato un romantico Capodanno. Chiuse gli occhi, mentre la neve si tingeva di rosso.
Racconto di Anna Rosa Confalonieri, fotografia di Leonardo Pigoli
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
mike su La neve in montagna continua a sciogliersi. Contro la siccità si aspetta la pioggia
Felice su La festa "techno" nei boschi di Lonate Ceppino causa proteste
Rolo su Pullman in sosta con i motori accesi, la segnalazione e la risposta di Autolinee Varesine
lenny54 su "C'è del dolo nelle modifiche al Superbonus"
Felice su Architetti, geometri, ingegneri e costruttori all'unisono: "Da Super Bonus a Super Malus"
Felice su Dentro la loggia del Battistero di San Giovanni a Varese restituita alla città
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.