Dall’orto alla cucina, all’oratorio di Schianno arriva chef Garzillo
Il cuoco varesino sta collaborando con i volontari e gli animatori dell'oratorio del paese. I bambini si sono cimentati con pizza e un tiramisù senza caffè. Ma c'è anche chi coltiva patate e zucchine e insalata in serra
Non che avessero bisogno di un “influencer” per far conoscere il loro oratorio, ma l’hanno trovato, quasi per caso, e ora se lo tengono ben stretto. Alessandro Garzillo, lo chef varesino di origine argentine, ha portato per la prima volta il figlio Matteo all’oratorio San Luigi di Schianno, ed è stato “un colpo di fulmine”. Le proposte sono tante, alimentate da una passione sincera e lo chef ha deciso di dare una mano ai volontari che tengono vivo l’oratorio estivo.
Così ha messo a disposizione le sue competenze e ha allestito, nel teatro dell’oratorio un piccolo laboratorio artigianale per la produzione di cibi, dolci e salati. Il primo “esperimento” è stato con la pizza, questa mattina, è toccato a un tiramisù particolare, fatto di mascarpone, uova e savoiardi intinti in acqua e nesquik, invece che nel caffè. Una ricetta facile facile che Garzillo aveva realizzato durante il lockdown e che aveva insegnato a fare ai bambini attraverso un video (lo trovate qui).
Oggi i piccoli cuochi, con cappello d’ordinanza e sac a poche, guidati da chef Garzillo hanno preparato il tiramisù che poi si sono portati a casa. «Questo oratorio per me è stata davvero una sorpresa – spiega Garzillo – L’entusiasmo degli animatori e l’organizzazione che ho trovato, mi hanno davvero piacevolmente sorpreso. Si meritano un grande plauso questi ragazzi, ma anche tutti i volontari che ogni giorno dedicano tempo ed energia ai nostri bambini». (le sono foto di Andrea Dall’Osto)
E in effetti i campi sono un brulicare di magliette colorate e bambini impegnati in giochi e laboratori: «Oltre a quello di chef Garzillo abbiamo altri laboratori- spiega Simone Tondelli, uno dei giovani che fa parte della squadra degli educatori – Quello di cui andiamo maggiormente fieri è “Metti un seme”: i bambini stanno coltivando un campo con verdura che poi al mattino vendiamo ai genitori». Inutile dire che tutto il ricavato serve per rifornire l’orto e l’oratorio, e tutto “torna in circolo”. «Durante il lockdown – racconta Simone – con un gruppo di ragazzi abbiamo deciso di creare una piccola serra con insalata e poco altro. Poi ci siamo resi conto che avremmo potuto fare molto di più coinvolgendo i bambini e abbiamo chiesto ai proprietari terrieri della zona se ci potessero prestare una piccola striscia di campo, accanto all’oratorio da coltivare a zucchine, patate e piselli. Tutti ci stanno dando una mano: i vicini ci prestano l’acqua, ci spiegano cosa fare, ci hanno aiutato a dissodare il terreno. I risultati cominciano a vedersi».
Ma questo “mettere semi” sta dando frutti sotto molti punti di vista: intorno ai dieci educatori, ci sono trenta animatori e trenta” fas”, ovvero “forse sarò animatore”, ragazzi che si stanno mettendo alla prova per capire se hanno gli strumenti e le qualità per gestire oltre un centinaio di piccoli che, dopo il lungo periodo di clausura, non vedono l’ora di scatenarsi. All’oratorio San Luigi di Schianno i bambini possono giocare nel campo da calcio, in quello piccolo da basket, nei boschi dove ci sono attrezzature di vario genere e addirittura in una piscina da esterno, dove i più piccoli imparano a nuotare. Gli iscritti sono divisi in gruppi per rispettare le regole imposte dalla pandemia.
«Il nostro sogno è costruire un campo da basket più grande – spiega ancora Simone – volevamo farlo in questi mesi: una sorpresa per un nostro amico che ha preso il covid ed è stato un mese e mezzo in ospedale, in gravi condizioni. Tutte le sere, per un mese e mezzo, ci siamo trovati qui in oratorio alle 9 per recitare insieme una preghiera per lui. Il nostro regalo doveva essere il campo da basket. Ma il progetto è solo rimandato».
L’oratorio, che ormai è “sold out”, si concluderà il 16 luglio. Poi i ragazzi delle medie andranno in montagna e più avanti gli animatori si riposeranno al mare. Giovani di Schianno e di Gazzada insieme. Niente chef a cucinare per loro, dovranno cavarsela da soli. Ma l’oratorio è un’ottima palestra e loro sono già cresciuti, più di quanto riveli la carta d’identità.
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