
Risultati più che soddisfacenti per la sperimentazione dei test salivari nelle scuole
A fronte di 3.617 test effettuati sono solamente 2 le positività riscontrate. L'assessore Moratti parla di applicazione estesa alla ripresa delle attività

Due rilevazioni nelle scuole primarie e alla media che diventeranno tre tra i più piccoli alunni dell’infanzia. La sperimentazione del tampone salivare condotta da ATS Insubria nel comprensivo Anna Frank di Varese ha permesso di testare il modello, le procedure e la raccolta dei campioni da analizzare. Entrambe le rilevazioni, avvenute con il sistema Lollipop, detto leccalecca, e quello della cannuccia, non hanno evidenziato alcun alunno positivo.

Sulla sperimentazione condotta nell’ultimo mese di scuola, è intervenuta l’assessore regionale al Welfare Letizia Moratti che ha parlato di “risultati incoraggianti”: «A fronte infatti di 3.617 test effettuati sono solamente 2 le positività riscontrate.
Siamo molto soddisfatti non solo di questi primi risultati, ma anche della possibilità di aver potuto usare uno strumento diagnostico, già in uso in Europa e Stati Uniti, che non comporta la presenza di personale sanitario per la raccolta del campione e, nella sua estrema semplicità e praticità, è assolutamente ideale per le scuole».
In Lombardia, la prima rilevazione è stata offerta a 4.440, ragazzi di cui 906 delle scuole dell’infanzia, 1.959 delle primarie e 1.575 delle secondarie di primo grado.
Hanno accettato di sottoporsi al test 2.547 ragazzi (57%) di cui 466 dell’infanzia (51%), 1.205 della primaria (62%) e 876 della secondaria di primo grado (56%).
Sono invece 1.761 i ragazzi ai quali è stata offerta anche la seconda rilevazione, di cui 360 dell’infanzia, 945 della primaria e 456 della secondaria di primo grado. Di questi si sono presentati in 1.070 (61%), rispettivamente 171 dell’infanzia (48%), 627 della primaria (66%) e 272 della secondaria di primo grado (60%).
«Questi test – conclude Moratti -, frutto di una sperimentazione attuata dall’Università degli Studi di Milano, rappresentano un utile strumento di monitoraggio e screening la cui applicazione sarà estesa con la ripresa dell’attività scolastica a settembre»
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