Gente di Gallarate sostiene Serati: “Un’onda civica che cresce”
La civica Gente di Gallarate a sostegno di Sonia Serati insieme a Più Gallarate, "contro il fallimento dei partiti e per una Gallarate che merita di più"
A sostegno della candidatura di Sonia Serati insieme a Più Gallarate c’è una seconda lista civica: Gente di Gallarate.
L’aspirante sindaca di Gallarate l’ha presentata questa mattina, lunedì 19 luglio, insieme a Luca Ferrazzi e Marco Tizzoni, fondatore del network di liste civiche sparse per la Lombardia.
Il civismo contro i partiti
Gente di Gallarate è ancora in costruzione e ha già degli esponenti: «Un esempio di come il polo civico si può costruire, perché ci sono persone che pensano che Gallarate merita di più», ha spiegato Serati.
Tizzoni, che da circa dieci anni gestisce il network di liste puramente civiche nelle elezioni in Lombardia, ha spiegato come negli ultimi anni le liste “Gente di…” non sostengano più i partiti: «La gente si è accorta che il partito le strumentalizzava. I civici hanno capito che è ora di presentarsi da soli anche se la salita è dura: è una questione di orgoglio, di partecipazione attiva e di denuncia del fallimento dei partiti. Ormai sono in vita perché si autosostengono, ma tecnicamente sono defunti».
Nelle scorse elezioni Gente di Gallarate era nella coalizione di Andrea Cassani che, una volta eletto, «non ha avuto alcun interesse dei candidati della civica: è vero che per un pugno di voti non aveva avuto il candidato al consiglio, ma come lista si era spesa molto».
«Spero che i cittadini capiscano l’importanza e l’orgoglio di questa scelta: solo i civici si candidano per la difesa del territorio. Il cittadino deluso dai partiti va a votare solo se c’è un progetto chiaro e orgoglioso: qua ci sono persone che hanno fatto questa scelta perché vogliono il bene della città», ha continuato affermando che «se l’onda civica continua a rimontare, i partiti spariranno».
“Una campagna elettorale basata sulle persone”
In Gente di Gallarate sono confluiti Viviana Reinhardt, la coordinatrice, Monica Mano, Emanuele Arrigoni e i consiglieri uscenti di Libertà per Gallarate Luigi Fichera e Luca Carabelli. E Ferrazzi? «Non lo so ancora, ma l’entusiasmo del gruppo è davvero tanto».
I Ferrazziani nel 2016 erano stati eletti nella coalizione di Cassani, ma dal 2019 sono “battitori liberi” dopo essere passati all’opposizione al momento del voto alla variante del Pgt: «La candidatura di Cassani era stata imposta dalla Lega. Il sindaco non ha saputo gestire dei rapporti nelle prime fasi e nella presentazione della prima variante al Pgt non abbiamo vota. Siamo poi usciti dalla maggioranza. Da lì non abbiamo avuto più nessun ruolo nell’amministrazione. Da lì ha peggiorato l’arroganza e l’incomunicabilità, fregandosene di includere e di dialogare».
Tizzoni e SeratiI tre hanno sì una storia politica di destra, ma – ha precisato – «dobbiamo rappresentare la nostra città, soprattutto quando il centrodestra sbaglia ricandidare Cassani. Questa nostra è una scelta convinta e abbiamo voglia di cambiamento».
Serati ha ringraziato i nuovi sostenitori, specificando che nella coalizione ci sono dei gruppi di volontari che si spendono per Gallarate: tra questi, alcuni sono iscritti a dei gruppi politici come Azione e Più Europa – Serati stessa è iscritta al partito di Emma Bonino -, altri sono usciti da Forza Italia o dal Pc. «Il fatto che alcuni di noi aderiscano a un gruppo politico è un valore aggiunto; La civica pura dal punto di vista politico qual è Gente di Gallarate è un ampio respiro di civismo, ricco di giovani».
Il fallimento del terzo polo
«La nostra campagna elettorale sarà incentrata non su una politica di specchietti retrovisori, perché non funziona. Noi vogliamo guardare avanti, abbiamo un programma e delle idee realizzabili, positive e nuove», ha concluso Serati. C’è ancora tempo per aggiungersi alla coalizione di Serati, aderendo alla nuova civica.
E il terzo polo? Ormai ogni possibilità di dialogo sembra sparito, dopo il fallimento dell’ultima chiamata. «Con Massimo Gnocchi e Rocco Longobardi i rapporti sono sereni, siamo amici da tanti anni. Non ci siamo uniti perché ci sono alcune idee politiche che non convergono; è stato un bene che non ci sia stata l’aggregazione, perché sarebbe stata solo una strategia elettorale».
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