La Sinistra Chiara e i dubbi di fondo sul Master Plan delle Nord
Secondo la lista della candidata Chiara Guzzo è un “piano classista, che esclude le periferie e non riflette abbastanza sul concetto di mobilità sostenibile”
Anche la Sinistra Chiara, lista “a sinistra della sinistra” che correrà alle elezioni bustocche a sostegno della candidata sindaco Chiara Guzzo, ci tiene a dire la sua sul mega-progetto di riqualificazione dell’area delle Nord approvato in settimana dalla giunta Antonelli.
Il primo a presentare dei dubbi era stato, un paio di giorni fa, il candidato del PD Maurizio Maggioni, secondo il quale la pioggia di milioni in procinto di inondare l’area sarebbe dovuta essere oggetto di “un’operazione trasparenza”. Quindi ben vengano i soldi, ben venga il progetto, a patto che sia fatto con senso e proporzione, secondo la campana del candidato democratico.
Ben più radicale è la posizione della Sinistra Chiara, a cui preme marcare innanzitutto una distanza tra la propria visione e quella di Maggioni: “Nonostante ci si trovi in parte d’accordo con le parole di Maggioni, la Sinistra Chiara esprime una netta contrarietà all’ipotesi del disegno e alle modalità con la quale è stato gestito tutto l’iter progettuale”. Si parla di piano calato dall’alto senza aver provato a coinvolgere la società civile nella definizione di un progetto che ha dell’epocale per la città. La sensazione di deja-vu non deve sorprendere, visto che le medesime critiche erano fioccate sulla gestione dell’ex calzaturificio Borri contestualmente alla proposta del Parco della Genesi, poi congelatosi a seguito della pandemia. Sta di fatto che, tradizionalmente e non solo a Busto Arsizio, le amministrazioni fatichino a proporre percorsi di progettazione partecipata; prima per un parco, figuriamoci per un progetto che, tra soldi pubblici e privati, supererà i 100 milioni d’investimento.
“Le dichiarazioni rilasciate in varie interviste da parte degli architetti incaricati – continua il comunicato di LSC – hanno lasciato intendere che dietro la definizione dei progetti vi sia una connotazione fortemente classista ed esclusivista rispetto a chi dovrebbe, a loro avviso, partecipare alla vita delle aree rigenerate. Il dubbio è che, ancora una volta non vi sia, da parte di chi decide, la volontà di immaginare una città ad appannaggio di tutti”. Inoltre, si ravvisa “la totale assenza di attenzione da parte di chi amministra per i destini dei quartieri meno centrali della città” e la mancanza di “riflessioni significative sul tema della mobilità sostenibile” oltre a quella macroscopica dell’asse cicloturistica Milano Cadorna-Malpensa, ponendo interrogativi nell’ambito dei collegamenti interni tra stazione e resto della città.
Di seguito il comunicato stampa integrale
LA POSIZIONE DELLA SINISTRA CHIARA SUL MASTER PLAN DELL’AREA DELLE NORD
Per rispondere all’altisonante annuncio (l’ennesimo) sul progetto di riqualificazione dell’aera delle Nord. Ma anche per marcare una differenza di sostanza rispetto alle critiche (in parte condivisibili) mosse dal candidato del PD Maggioni in merito alla provenienza dei finanziamenti (unica critica e precisazione insieme ai dubbi espressi sulla funzione popolare del mercato e alla poca chiarezza sui collegamenti interni tra stazione e quartieri) , la Sinistra Chiara, esprime una netta contrarietà all’ipotesi del disegno e alle modalità con la quale è stato gestito tutto l’iter progettuale.
Il tutto appare come un piano di ripresa calato dall’alto senza una pur minima intenzione da parte dell’amministrazione di coinvolgere le forze vive della città, e i cittadini, nella definizione di un progetto comune; rinforzando un’idea di politica e di città distante da chi effettivamente la abita.
Le dichiarazioni rilasciate in varie interviste da parte degli architetti incaricati (vedi intervista e articolo apparso sulla prealpina del 13/05/21 dal titolo –Case e servizi, non degrado-), in sicura sinergia con le intenzioni dell’amministrazione (vedi articolo apparso sulla Prealpina il 15/05/21 dal titolo – Le nord come Gardaland-) , abbiano lasciato intendere che dietro la definizione dei progetti vi sia una connotazione fortemente classista ed esclusivista rispetto a chi dovrebbe, a loro avviso partecipare alla vita delle aree rigenerate. Il dubbio è che, ancora una volta non vi sia, da parte di chi decide, la volontà di immaginare una città ad appannaggio di tutti.
Ancora una volta ravvisiamo la totale assenza di attenzione da parte di chi amministra per i destini dei quartieri meno centrali della città. Non vi sono infatti nel piano di rilancio intenzioni e prospettive rispetto ai collegamenti con la stazione; nessun rafforzamento e nessuna intenzione di rivedere il sistema stesso dei trasporti, lasciando al loro destino una parte consistente della popolazione interessata per motivi di lavoro all’uso dello scalo ferroviario.
Non sembrano esserci riflessioni significative sul tema della mobilità sostenibile. Oltre ad una sbandierata soluzione green sull’asse Malpensa-Milano che si dovrebbe risolvere in una visione cicloturistica e in un anello ciclopedonale che collegherebbe l’area del mercato alla stazione nord, nessun’altra idea è stata messa in cantiere per chi si sposta in città ed è costretto ad utilizzare l’automobile vista la quasi assenza di vie ciclabili.
L’amministrazione, nonostante le evidenti carenze sopra esposte, proseguirà con il progetto; una valanga di soldi arriveranno a Busto, che oseremmo dire buttati, forse per accontentare il salotto buono della città, senza un’idea di quelli che sono i bisogni reali della città, quali più case ad edilizia economico-convenzionata, più verde e una città più viva.
Sulla vitalità e sul destino dei progetti di questa amministrazione basta farsi un giro, magari di sera, nella non illuminata Piazza Vittorio Emanuele.
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