La “filatrice con due bambini” arricchisce il Museo Baroffio

La tela Tela risalente al XVII secolo, è stata disvelata ieri, sabato 4 settembre. Un’importante acquisizione per ricostruire l’identità dell’anonimo autore

Una nuova opera per il museo Baroffio

Il patrimonio del Museo Baroffio e del Santuario al Sacro Monte di Varese di arricchisce. È stata disvelata ieri, sabato 4 settembre, alla presenza di don Sergio Ghisoni, arciprete Sacro Monte di Varese, l’architetto Carlo Capponi, conservatore Museo Baroffio e del Santuario e della dotoressa Marina Albeni, di Archeologistics e responsabile valorizzazione e servizi educativi del Museo Baroffio e del Santuario, “La filatrice con due bambini” del Maestro della tela jeans, opera realizzata nel XVII secolo e donata alla Parrocchia di Santa Maria del Monte (proprietaria del Museo) da un benefattore anonimo.

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«Oggi la collezione del Museo Baroffio si arricchisce di una nuova opera, che è sicuramente segno del profondo legame che ancora oggi unisce collezionisti e appassionati custodi di opere al Sacro Monte di Varese, come fu agli inizi del Novecento con la donazione del Barone Baroffio che diede vita al museo», ha osservato don Sergio Ghisoni. «Il quadro, opera del Maestro della tela jeans, testimonia l’importanza della raccolta museale che già annovera una tela dello stesso maestro. Con profonda gratitudine ringrazio quindi il donatore che ha voluto così credere nell’importante ruolo al quale anche la Parrocchia di Santa Maria del Monte è chiamata, ovvero quello di custodire  per tutti un patrimonio d’arte e storia».

Ha aggiunto il conservatore del Museo Baroffio,  Capponi: «Torna in Italia un’opera di un artista del XVII secolo,  il “Maestro della tela jeans”. L’attenzione dell’autore per i mestieri, le classi sociali meno abbienti, le difficoltà, anche fisiche come testimonia la donna rappresentata nella nuova opera del museo, lo avvicina alle virtù della fede cristiana. L’opera è un importante acquisizione che fornirà un contributo importante agli studi volti a ricostruire la vicenda e l’identità dell’anonimo autore dell’opera».

E prosegue Marina Albeni di Archeologistics, realtà varesina impegnata nella valorizzazione dei beni culturali cui è affidato il Museo Baroffio e del Santuario. «Il Museo amplia la proposta di pittori che vollero raccontare a fine del XVII secolo la realtà rurale dell’epoca, le persone meno abbienti, restituendoci uno spaccato di vita quotidiana importante. Di quel periodo, il Museo Baroffio ospita anche alcune opere di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, che insieme con il Maestro della tela di jeans, ha saputo raffigurare la quotidianità del tempo con un realismo forte e talvolta anche duro».

 Protagonista del quadro “La filatrice con due bambini” è un’anziana donna, seduta e apparentemente cieca da un occhio, che fila con un’espressione arcigna. Alla sua destra un bambino meglio vestito, che tiene un bastone e un bicchiere, mentre il fanciullo alla sua sinistra sembra sistemarsi la giacca. Si tratta di un’opera attribuita al Maestro della tela jeans, nome dato al pittore attivo nell’Italia settentrionale alla fine del XVII secolo, a cui sono da ricondurre ad oggi otto dipinti caratterizzati dalla presenza del blue jeans. Tessuto universale, che è ancora tra i più utilizzati al mondo e che già nel XVII secolo veniva prodotto sia nel capoluogo ligure, sia a Milano e Piacenza, il jeans era utilizzato per la confezione di abiti destinati alle sfere sociali più modeste.

Il Museo Baroffio e del Santuario nelle sue sale novecentesche custodisce opere dal Medioevo al Settecento (non solo dipinti, ma anche miniature, disegni, sculture, ceramiche, monete, tessuti e ricami): su tre piani è possibile ammirare la quadreria del barone Baroffio, le opere provenienti dal Santuario tra cui l’iconica Madonna con il Bambino del 1196 e un nucleo di opere contemporanee a tema mariano donate da monsignor Pasquale Macchi dove spiccano i nomi di Guttuso, Matisse e Bodini.

Il Museo è aperto il mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14 alle 18; il sabato, la domenica e i festivi dalle 10 alle 18.

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Pubblicato il 05 Settembre 2021
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