Vola l’export delle imprese lombarde: + 46 %
I dati sono stati diffusi da Unioncamere Lombardia. Il comparto della lavorazione dei metalli è quello che cresce di più
Secondo i dati diffusi da Unioncamere Lombardia, nel secondo trimestre del 2021 gli scambi commerciali delle imprese lombarde con l’estero fanno registrare un +46,7%, rispetto allo stesso periodo del 2020. Si tratta del massimo storico, Numeri migliori anche del 2019, anno riferimento per il confronto prima della pandemia, che crescono del 9,9%. I risultati positivi sui principali mercati di sbocco si diffondono a quasi tutti i settori e provincie lombarde.
Il valore delle esportazioni originate dalla Lombardia supera per la prima volta i 35 miliardi di euro: crescono anche le importazioni, superando i 37 miliardi complessivi, con una riduzione del deficit commerciale a 2,7 miliardi di euro.
La variazione dell’export lombardo sul primo trimestre di quest’anno è di +12,9% e l’incremento rispetto allo stesso trimestre del 2020 tocca il +46,7%, valore eccezionale legato al confronto con il punto di minimo registrato l’anno scorso.
I METALLI PROTAGONISTI
Il comparto legato a metalli e loro produzioni traina la ripresa e di questa performance beneficiano la maggior parte delle provincie lombarde. Anche gli apparecchi elettrici ed elettronici, la chimica, gomma-plastica e il comparto alimentare crescono significativamente, mentre si conferma il momento difficile per il tessile, pelli e accessori. I dati vedono infatti una crescita a due cifre, superando ampiamente il valore medio del 2019, le esportazioni di prodotti in metallo e metalli di base (+25,2%), sostanze e prodotti chimici (+17,7%), gomma e materie plastiche (+15,7%), prodotti alimentari (+15,2%) e computer, apparecchi elettrici ed elettronici (+13,9%). Più contenuto l’incremento registrato per i mezzi di trasporto (+8,8%), i macchinari ed apparecchi vari (+5,3%) e l’aggregato degli altri prodotti (+3,7%), principalmente mobili e arredamento. Non si è ancora tornati ai valori pre-pandemia (media 2019) solo per due tipologie di prodotto fortemente colpiti dalla crisi: i prodotti tessili, pelli e accessori (-5,2%) e gli articoli farmaceutici (-1,3%) che dopo l’exploit dello scorso anno si sono assestati sui livelli precedenti.
Complessivamente l’andamento positivo viene confermato anche dal confronto con il livello pre-crisi, rispetto al quale si registra un incremento del 9,8% complessivo (escluse provviste di bordo, territori non specificati e altri territori). Tutte le destinazioni registrano incrementi tendenziali consistenti (dal +36,7% dell’Unione Europea al +80,3% dell’America centro-meridionale) in ragione del confronto con i valori eccezionalmente bassi registrati nel secondo trimestre 2020. Considerando le singole aree si osservano alcune destinazioni che devono ancora completare la fase di recupero dei livelli pre-crisi: il Medio Oriente (-3,5%), gli Altri paesi africani (-5,8%) e l’Asia centrale (-12,0%). Verso le restanti destinazioni la Lombardia riesce ad incrementare il valore dell’export rispetto alla media 2019, grazie agli andamenti dei principali paesi di destinazione delle merci lombarde, tra i quali spiccano Cina (+34,9%), Turchia (+25,7%), Regno Unito (+22%), Brasile (+16,3%), Germania (+13,4%) e Stati Uniti (+8,1%).
LE PROVINCE
L’incremento tendenziale interessa tutte le provincie lombarde. Rispetto alla media 2019, crescono fortemente trainati da metalli di base e prodotti in metallo Mantova (+29%), Cremona (+22,6%) Brescia (+21,9%). Seguono – sempre con valori in doppia cifra – Sondrio (+15,2% legato a prodotti in metallo, mezzi di trasporto e macchinari) Monza e Brianza (+14,5% incrementi significativi per quasi tutte le tipologie di prodotto) Lecco (+13% dove oltre a metalli di base e prodotti in metallo si registra forte incremento di computer, apparecchi elettrici ed elettronici) e Bergamo (+12,9% principalmente da macchinari ed apparecchi, prodotti chimici, mezzi di trasporto e prodotti in gomma e materie plastiche), Lodi (+9,9%), Varese (+6,8%) e Como (+3,7%), per le quali pesa il calo dell’export di prodotti tessili-pelli-accessori
(-24%), e Milano (+2,2%). Pavia – pur crescendo sul trimestre passato – risente del contributo negativo dei prodotti tessili, pelli ed accessori (-81% rispetto al livello pre-crisi) e non ha ancora recuperato il divario rispetto ai livelli pre-crisi (-7,4%).
IMPORT E SALDO DELLA BILANCIA COMMERCIALE
Le importazioni mostrano un ulteriore incremento del 8,6% congiunturale, superando i 37 miliardi di euro, nuovo massimo storico, e il livello medio del 2019 del 12,6%. Come per le esportazioni anche le importazioni registrano un forte incremento tendenziale (+45,8%) in ragione del calo consistente dello scorso anno. Il saldo negativo virtuale della bilancia commerciale regionale si attesta così a 2,7 miliardi di euro, in calo rispetto ai valori precedenti.
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