Condannato l’uomo che travolse e uccise l’anziano a Luvinate nel luglio 2019
La pena sospesa dopo il rito abbreviato. La perizia sugli esami del sangue seguiti all’incidente: tracce di cocaina non suffcienti da inficiare la lucidità del conducente
Un processo durato due anni e poco più per la morte di Paolo Maffini, l’uomo di 72 anni falciato da un’auto mentre attraversava la strada statale 394 a Luvinate di buon mattino il 3 luglio del 2019.
Scontro che non lasciò scampo al pensionato morto poco dopo l’arrivo in pronto soccorso del Circolo per i gravi traumi risultati dall’impatto con l’auto guidata da un trentenne della provincia di Varese indagato per omicidio stradale.
Al giovane vennero fatti gli esami del sangue subito dopo il fatto, test di rito per le ipotesi sinistro stradale con vittime o feriti gravi, esami che hanno rappresentato uno degli elementi utilizzati dall’avvocato Corrado Viazzo per difendere il suo assistito condannato con rito abbreviato a un anno e 8 mesi di reclusione, pena sospesa col beneficio della condizionale, «risultato che dà piena soddisfazione sul piano giuridico», ha commentato il legale.
L’accoglimento del rito abbreviato da parte del giudice dell’udienza preliminare Giuseppe Fertitta era condizionato all’esecuzione di una perizia da parte di un esperto tossicologo sulle risultanze dell’esame ematico sull’imputato da cui è emerso che la quantità di cocaina rinvenuta nel sangue era tale da non compromettere la lucidità dell’automobilista data l’entità dei metaboliti della sostanza che si dimezzano dopo precisi periodi di tempo seguiti all’assunzione.
Quella mattina, prima delle 7, l’auto condotta dal giovane aveva imboccato la via Vittorio Veneto provenendo da Gavirate. È il nome che prende il tratto di statale che attraversa il paese, e non distante da un bar dove il povero Maffini era andato a prendere il giornale e il caffè.
Qui è avvenuto lo schianto: il 118 aveva già alle 6.45 disposto l’intervento di automatica e ambulanza per soccorrere l’uomo trovato in condizioni gravissime. La decisione ha tenuto conto dell’aggravante per un sorpasso avvenuto in prossimità di un incrocio (nella foto, le pattuglie della polizia locale che bloccano il traffico all’altezza di Casciago: la statale quella mattina rimase chiusa fino alle 9.30 per consentire i rilievi).
Il processo non ha visto la costituzione di parti civili per via di un risarcimento assicurativo erogato alle parti aventi diritto.
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