Padre Franco Nascimbene dalla Colombia: “Un piccolo viaggio nel passato”
Una nuova lettera del comboniano malnatese dalla sua missione in Sud America.
Padre Franco Nascimbene prosegue la sua opera missionaria in Colombia. Il religioso, Comboniano, ha spiegato in una nuova lettera quali sono stati i suoi ultimi mesi in Sud America, con un viaggio a Tumaco, dove ha ritrovato conoscenti del passato.
Questa la lettera:
Cari amici che mi seguite dall’Italia,
sono alcuni mesi che non mi faccio vivo e vorrei raccontarvi alcune cose vissute ultimamente. Nel mese di ottobre i miei superiori mi hanno chiesto di andare a passare un mesetto a Tumaco, dove ho vissuto dal 2007 al 2014, per dare una mano ai miei compagni Comboniani che vivono là.
Ne ho approfittato per tornare a visitare molti amici del quartiere dove io vivevo. Le 8 piccole comunità che in quegli anni avevo promosso e accompagnato per vari motivi non esistono più e mi chiedevo cosa era rimasto della mia presenza di quegli anni.
Son tornato a visitare un centinaio di famiglie del quartiere con le quali avevo condiviso un pezzo di strada insieme con la curiosità di scoprire se qualcosa di ciò che era stato seminato restava vivo o era cresciuto.
E’ stata un’esperienza molto interessante perché in molti di loro, benché le piccole comunità fossero sparite, restavano vivi molti segni di impegno evangelico:
Ho visitato Marjury che vive in una palafitta a cui oggi si accede attraverso di una passerella di legno molto ben fatta che serve a una trentina di famiglie: le ho fatto i complimenti per quel bel lavoro e mi ha detto che era stata lei a organizzare tutti i vicini per costruirla.
Ho visitato Pilar che dedica il suo tempo libero ad un servizio volontario in città per l’accoglienza delle vittime di violenza, aiutandole con il suo ascolto e la sua simpatia a ricostruirsi una vita.
Son stato da Juancho che dedica il suo tempo libero ad una scuola di football per molti ragazzi del quartiere per occuparli in qualcosa che li allontani dalla droga e dai gruppi armati. Angelo e Michelino continuano ad animare le celebrazioni della domenica con i loro tamburi ed insieme a Magali, Maria e Monica, fanno parte del comité per raccogliere fondi per la costruzione della Chiesa del quartiere. Castula ed Ermencia si dedicano a visitare gli ammalati del quartiere. Rosa e Monica animano un gruppo di tessitrici che produce e vende borse artigianali. Aida e Zeneida continuano a produrre cioccolato che anni fa producevamo in una cooperativa di dieci persone. Maricruz anima un gruppo di teatro che produce e presenta spettacoli che parlano dei problemi della cittá. Uli, Jenny e Nelsy animano un centro giovanile dove offrono ai giovani possibilitá di varie attivitá: musica tradizionale, danza,momenti formativi…
Marta, Maria, Nancy e Giovanna collaborano con la catechesi. Jenny e Guillermo, l’unica coppia che si é sposata durante gli anni della mia presenza nel quartiere, mi raccontarono quanto aveva marcato la loro vita la mia presenza tra loro ed il cammino in piccola comunitá. Rita, che non avevo riconosciuto, mi ha chiamato per raccontarmi quanto il cammino in comunitá e l’esempio della nostra vita povera tra i poveri, aveva marcato la sua vita…
Una delle lotte che mi aveva occupato molto in quegli anni era stata quella di strappare ad un terratenente un vasto terreno di cui la comunitá aveva bisogno. Per 6 anni ogni 15 giorni ero andato con la presidentessa del quartiere a insistere con le autoritá per ottenere l’uso di quel terreno per il servizio del quartiere. Ero salito dal quartiere senza aver vinto la battaglia. Peró questa continuó ed é stata vinta. Ora il grande terreno é del quartiere. In una delle sue 4 parti vi é giá un bel campo da calcio, in un’altra parte presto una scuola della cittá costruirá una nuova sede di cui tanto bisogno hanno i ragazzi del quartiere, nella terza zona inizierá presto la costruzione della Chiesa del quartiere e la quarta zona é ancora da destinare: Una sala comunitaria? un centro di salute?
Tanti piccoli segni che il seme di quegli anni non si é perso.
Tutti questi incontri mi hanno fatto un po anticipare quest’anno il Natale, la presenza di un Gesú che nasce e cresce in tante persone che l’hanno accolto e si sono lasciate trasformare dalla sua presenza che le ha fatte servitrici come Lui.
A fine gennaio torneró in Italia per tre mesi, se il covid me lo permette. Durante i mesi della pandemia ho preparato un nuovo libro che vi presenteró in quei mesi dove racconto la storia di 25 conflitti vissuti durante la mia vita missionaria per difendere la causa dei poveri. Il suo titolo sará ” Sono venuto a mettere fuoco sulla terra”
Con molti di voi avremo occasione di rivederci.
Un forte abbraccio e…a presto
Franco
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