“Ecco perché ho scelto l’asilo nel bosco”, il racconto di una mamma

Un approccio scolastico più "wild": l'esperienza di una mamma e del suo bambino presso la Tana Piripù di Laveno Mombello

Asilo piripù

L’asilo nel bosco Tana Piripù si trova a Laveno Mombello, al confine con Leggiuno, e le attività che si svolgono all’interno di questa realtà sono quasi tutte esclusivamente all’aperto.
A parte nell’evenienza di freddo eccessivo, pioggia o vento, in cui i bambini possono “rifugiarsi” in una piccola stanza a disposizione della struttura, chiamata proprio “tana”. Ma ciò che caratterizza principalmente questo asilo nel bosco sono il grande parco-giardino del Bostano e gli altri boschi accanto, che vengono vissuti dai bambini per tutto il tempo della permanenza e dove possono giocare liberamente, fare lunghe passeggiate con le educatrici, esplorare ed imparare, il tutto a contatto con la natura.

È stato proprio questo aspetto, l’aria aperta e il verde, ad aver spinto la mamma Gaia a scegliere questo percorso “non tradizionale” per il suo bimbo di tre anni.
«Giocano con la fantasia, sono gioiosi in mezzo a tutta questa natura e la cosa bella è che tra di loro sviluppano dei rapporti di amicizia e non si vedono solo come ‘compagni di scuola’. Si crea una vera e propria comunità anche tra i genitori», ha raccontato la mamma.

La Tana Piripù nasce difatti da un gruppo informale di genitori, i quali vista la necessità di far vivere i propri bimbi, circa dai 2 ai 6 anni, a contatto con il verde, hanno deciso di istituire questa realtà, dove libertà di espressione e gioco risultano essere i presupposti principali. «È un contesto speciale perché inoltre ci permette – ha continuato la mamma Gaia – di scoprire nei nostri bimbi talenti molto diversi da quelli che possono emergere in un “asilo tradizionale”. Mio figlio sa già riconoscere determinati animali, ascolta il rumore del bosco in maniera totalmente differente, sa cosa vuol dire stare attento al fuoco perché fanno le castagne, che se deve andare in “bagno” deve fare una buca e poi coprirla nel rispetto dell’ambiente, e ad oggi è in grado di vestirsi e rivestirsi praticamente in totale autonomia. Le educatrici lasciano piena libertà al bambino di seguire i “compiti”, che in realtà sono proposte, come disegnare o fare lavoretti. Non è poi così raro inoltre – ha concluso Gaia – vedere i fratelli maggiori o minori giocare con loro, o addirittura genitori volontari a sostegno delle educatrici. Sono davvero molto contenta e grazie a questa esperienza sto vedendo crescere mio miglio in modo sereno». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 12 Novembre 2021
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