Il sindaco di Ferno ribadisce la sua estraneità, l’opposizione pronta a chiedere la sfiducia
Indagato per voto di scambio politico-mafioso, Filippo Gesualdi si è dichiarato "completamente estraneo ai fatti": Massimo Regalia al lavoro per chiedere le dimissioni
«Con sconcerto ho appreso di un’indagine che parrebbe riguardarmi. A tal proposito mi dichiaro completamente estraneo ai fatti contestati, assolutamente lontani dal mio modo di pensare e di agire»: il consiglio comunale di Ferno, tenutosi questa sera, martedì 30 novembre, si è aperto con le comunicazioni del sindaco Filippo Gesualdi riguardanti l’indagine per voto di scambio politico-mafioso, notificatagli dalla Ddi di Milano.
«Nel corso del mio mandato – ha proseguito – ho sempre e solo avuto a cuore gli interessi dei fernesi e non ho favorito nessuno, tantomeno ho fatto promesse a soggetti malavitosi. Affronterò le accuse e mi difenderò con assoluta certezza di riuscire a chiarire la vicenda; ho assolutamente fiducia nella magistratura che riuscirà a confermare la mia estraneità a questa assurda vicenda».
Gesualdi ha ripetuto quanto già affermato la sera stessa in cui si è saputo dell’indagine.
La maggioranza che amministra il paese insieme a Gesualdi, già negli scorsi giorni, ha fatto quadrato intorno al primo cittadino, concordandogli piena fiducia.
La maggioranza di Ferno fa quadrato intorno al sindaco Gesualdi. “Saprà chiarire”
La prossima mossa dell’opposizione
L’opposizione – nello specifico i due capigruppo Massimo Regalia (“Cambiare Ferno”) e Claudia Colombo (“Lega-Piantanida per Ferno) – questa sera non ha potuto intervenire per commentare le dichiarazioni del primo cittadino, ma a margine della seduta Regalia ha annunciato che, per il prossimo consiglio comunale, avrebbe preparato un’interrogazione per chiedere le dimissioni di Gesualdi.
La consigliera Colombo valuterà il da farsi, ma è probabile un allineamento al collega di minoranza.
A quanto pare si ripresenterà lo stesso copione dell’estate 2019, quando le opposizioni chiesero le dimissioni dell’ex consigliere Enzo Misiano e di Alessandro Pozzi, insieme a quelle del sindaco. Proprio oggi la Corte d’Appello confermato le pene degli indagati per l’inchiesta Krimisa e lo stesso Misiano è stato condannato a 8 anni e 8 mesi.
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