Cinquantasei nuovi alloggi Aler a Busto Arsizio bloccati da 2 anni e c’è chi rischia di finire in strada
Sono in via Tito Speri dove l'azienda regionale ha speso 3,6 milioni tra ristrutturazioni e nuove realizzazioni. Mancano le certificazioni degli ascensori
Mentre l’assessore ai Servizi Sociali Paola Reguzzoni è alle prese con 10 famiglie che rischiano di finire in mezzo ad una strada, in via Tito Speri ci sono 56 alloggi dell’Aler, pronti da fine 2019, ma ancora chiusi e sigillati. Il paradosso è grande come un condominio dalle facciate colorate di un giallo luminosissimo e ad aggravare il tutto è la motivazione che sarebbe alla base di questa mancata assegnazione: la ditta che ha realizzato gli ascensori non avrebbe rilasciato le certificazioni in quanto Aler non avrebbe pagato i lavori eseguiti.
Così un’azienda tiene in ostaggio un’altra azienda e le 56 famiglie che potrebbero beneficiare di questo importante intervento edilizio pubblico costato 3,6 milioni di euro. Un’assurdità che si aggiunge ad altre sparse per la città tra appartamenti fatiscenti che non vengono ristrutturati e quindi impossibili da assegnare e una difficoltà a dialogare con le amministrazioni locali che, a Busto Arsizio come altrove, si è aggravata dall’accorpamento della sede di Busto Arsizio con Monza, Como e Varese.
Il cantiere di via Tito Speri è stato smontato da oltre due anni e da allora non si è riusciti ad uscire dalla situazione di stallo. Nel frattempo sono cresciute le erbacce e le cassette della posta sono piene di volantini di supermercati ormai marci a causa delle intemperie. Il rischio è che qualcuno, mentre ormai è arrivato il freddo inverno, provi a forzare gli ingressi per cercare un riparo al chiuso.
L’assessore Reguzzoni commenta con amarezza: «Purtroppo il Comune non può intervenire se non facendo pressione su Aler perchè sblocchi la situazione. Ho carenza di alloggi di emergenza e dieci famiglie che rischiano di finire in mezzo ad una strada».
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Mi pare più corretto dire che non è un’azienda, quella che ha installato gli ascensori, ma Aler che non l’ha pagata, a tenere in ostaggio le 56 famiglie.
Possibile che dopo due anni non si sia risolta la questione?