Il mondo della musica live chiede al Governo aiuti di settore
Ammortizzatori, cassa integrazione, indennizzi e moratoria su mutui e leasing fra le misure richieste dalle associazioni che tutelano i diritti dei lavoratori cel comparto musica e spettacoli
Le associazioni Arci (Associazione Ricreativa e Culturale Italiana), Assomusica (Associazione Italiana Organizzatori e Produttori Spettacoli di Musica dal Vivo) e KeepOn LIVE (Associazione di categoria Live Club e Festival italiani), già insieme per l’iniziativa “L’Ultimo Concerto?”, alla luce delle nuove limitazioni imposte dal Governo con il Decreto Festività, chiedono con fermezza adeguate misure per i live club, per tutte le strutture adibite a musica dal vivo e spettacolo, per gli operatori e per tutti i lavoratori del settore necessarie alla loro sopravvivenza.
Le misure chieste sono le seguenti: ammortizzatori sociali e prolungamento della cassa integrazione; indennizzi per la nuova improvvisa chiusura a favore di artisti, maestranze, produttori ed organizzatori; prolungamento della moratoria mutui e leasing; sostengo ai costi fissi di locazione e utenze Alle difficoltà di attenersi al rispetto delle misure preventive e al timore del pubblico, si aggiunge l’imposizione del divieto di somministrazione di cibi e bevande in vigore fino al prossimo 31 marzo 2022.
Secondo le associazioni culturali «questo rende attualmente impossibile una sostenibilità economica e una pianificazione per una vera e propria ripartenza. Pertanto, tale divieto andrebbe rivisto e revocato al più presto, nell’ottica di ripristinare condizioni più accettabili per dare respiro al settore. Gli spettacoli di musica dal vivo per poter essere realizzati necessitano di tempo e programmazione, allo stato attuale, alla luce di così tante incertezze, gli operatori del settore ripiombano a tutti gli effetti nello stesso buio più completo in cui hanno navigato per quasi due anni, fino a pochi mesi fa. Si evidenzia, inoltre, ancora una volta la necessità di procedere al riconoscimento dei Live Club, come già previsto dalla proposta di emendamento alla Legge Delega Spettacolo, in discussione in Parlamento».
«È paradossale», continua la nota, «che un comparto fino a oggi non considerato, ma di importanza fondamentale nella vita socio-culturale ed economica del Paese, continui ad essere discriminato rispetto al resto dello Spettacolo finanziato dal FUS. Si rende più che mai necessario che al settore e alla sua filiera vengano applicate le stesse modalità fino a oggi privilegio dei Teatri e Sale Cinematografiche. Arci, Assomusica e KeepOn LIVE, si fanno portavoce di un intero settore e delle figure che ruotano intorno ad esso, richiedendo al Governo interventi immediati in termini di tutele e ristori, che tengano conto delle caratteristiche e della pluralità di soggetti coinvolti, profit e non profit, per tentare di mantenere vivo quel poco che è rimasto di una delle categorie nuovamente più penalizzate dell’intera pandemia».
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