Adotta una barbatella: la vigna di san Vitale chiede aiuto per far crescere il vitigno
Gli amici della vigna del colle di san Vitale vogliono ingrandire la produzione di vino e cercano chi adotti una barbatella, una piccola vite: un modo per sostenere l'associazione gorlese
Una piccola vite, una “barbatella” per dirlo con precisione, da adottare, veder crescere e perché no, di cui godere fra qualche anno, quando sarà pronta a contribuire alla vendemmia e a produrre un buon vino.
La nuova iniziativa degli amici della vigna del colle di san Vitale strizza l’occhio a tutti i simpatizzanti che in questi anni hanno mostrato di apprezzare l’impegno dei volontari, che con passione e impegno hanno ridato vita alla vecchia “vigna del Nando” gorlese.
Quando in valle Olona si faceva il vino: rinasce la vigna di Gorla
L’associazione si è contraddistinta per gesti di solidarietà e iniziative culturali che hanno catturato l’attenzione di tanti gorlesi e anche di residenti negli altri paesi della valle Olona: c’è chi ha partecipato alle vendemmie, chi ha fatto una donazione per aggiudicarsi il buon Merlot prodotto dalla vigna, chi vive il trascorrere delle stagioni anche seguendo le immagini che i volontari pubblicano sui social e sul gruppo Facebook di VareseNews Oggi in valle Olona.
Una suggestiva foto della vigna in inverno«Abbiamo deciso di allargare la nostra vigna, inserendo una trentina di nuove barbatelle – racconta Alessio Ferioli, il 30enne presidente dell’associazione –e si è pensato di proporre a chi ci segue di adottarne una. Il costo è di 10 euro, una cifra che copre l’acquisto e al contempo riesce a sostenere le nostre attività. Chi sceglierà di partecipare a questa adozione, potrà mettere il proprio nome o quello di un proprio caro – magari di un figlio appena nato –sulla piccola vite e saprà che quella pianta sarà legata a lui. Vogliamo coinvolgere attivamente la comunità, affinché gli abitanti della valle Olona possano sentirsi partecipi di questo progetto. Appena le barbatelle cresceranno e inizieranno a produrre vino, inoltre, regaleremo ai nostri sostenitori una bottiglia del vino prodotto.
Le bottiglie di Rarum, il vino della vigna di san VitaleMa cos’è una barbatella? Perché è scorretto chiamarla “pianta”?
«Ciò che metteremo nel terreno non sarà una “piantina” né una“piccola vite”, ma una barbatella.
La barbatella arriva da una vite già “adulta”, da cui viene tagliata una talea, cioè un tralcio – spiega Ferioli, che si lascia andare a tanti particolari sull’argomento (per lui rispondere a curiosità sulla coltivazione non è mai un sacrificio, ndr) – La parte tagliata viene poi piantata nel terreno ed è in quel momento che diventa fondamentale la capacità della vite di rigenerarsi: dall’estremità tagliata si sviluppano le radici, quella sorta di “barba” da cui deriva il termine “barbatella”. Normalmente le barbatelle si trovano già innestate sul mercato; ciò significa che sono ottenute dall’unione di due tralci distinti innestati tra di loro chiamati bionti. La parte inferiore è chiamata portainnesto ed è quella che genera l’apparato radicale mentre la parte superiore è detta nesto e costituirà la futura chioma, ovvero la parte che darà i frutti».
La vigna del colle di san Vitale, dunque, punta a crescere: chi vorrà contribuire a questa simpatica adozione non dovrà far altro che scrivere un’email a vignasanvitale@libero.it oppure inviare un messaggio alla pagina Facebook dell’associazione.
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