I contagi mettono a dura prova il sistema scuola: “Semplificate le regole o non ce la facciamo”
Oltre a genitori e alunni, anche i referenti Covid dei diversi istituti sono in profonda crisi tra continui cambi di protocolli, complessità di situazioni e ritardi delle certificazioni. L'appello del responsabile dell'Isis Stein a Gavirate
Un contagio e scatta la sorveglianza attiva con la classe in didattica integrata. Poi, con il secondo tampone, ci sono i primi distinguo a seconda dello stato vaccinale e della guarigione dal Covid; se arriva un terzo test positivo, si va tutti i dad.
Vivere a scuola , di questi tempi, non è facile. Lo sanno bene i genitori di figli in età scolare, con l’ansia di ricevere il messaggio di inizio calvario.
Ma anche chi deve gestire tutta la comunità scolastica non sta meglio. I referenti Covid, responsabili di gestire la complessità nel rispetto del diritto allo studio in sicurezza, sono travolti dalla situazione. A complicare la realtà, i tanti, troppi cambi di protocollo, innovazioni e modifiche che, spesso, occorre intercettare in modo autonomo, studiando direttamente nei Decreti in Gazzetta Ufficiale o sui siti dedicati. ( qui le ultime novità nella gestione dei contagi scolastici)
« Siamo al limite del burnout – commenta il vicepreside dell’Isis Stein di Gavirate Stefano Alterini – Non si stacca mai perchè le comunicazione dei tamponi positivi sono a ciclo continuo, giorno e notte, sabato e domenica inclusi. Ogni volta che ci arriva la comunicazione dobbiamo avviare la procedura, avvisando studenti e docenti. Ora il meccanismo è più semplice, almeno nel ciclo superiore, perchè è stata abolita la sorveglianza attiva con il doppio tampone T0 e T5. Ma ugualmente la complessità delle situazioni ti costringe a non distrarti mai. Nell’ultima settimana, tra computer e telefono sono stato operativo oltre 60 ore. Ogni giorno apro circa 200 email solo dedicate al Covid. Si può fare in emergenza, ma non si può pensare di proseguire in questo modo».
Anche i continui cambi di direttiva non facilitano la situazione: « Settimana scorsa c’è stata una nuova modifica del protocollo da parte del Ministero. Io sono andato a cercare le novità, perché solo dopo qualche giorno Ats Insubria ci ha riunito per aggiornarci: nel frattempo, però, io ho dovuto attivare quarantene e isolamenti seguendo le nuove disposizioni. So che l’autorità sanitaria sta facendo il massimo possibile, ma, è evidente, che stiamo parlando di un problema superiore alle attuali capacità. Occorrono più risorse. Il rientro in classe andrebbe certificato da un documento di Ats ma spesso arrivano in ritardo. In classe, senza un’autorizzazione caricata sulla bacheca interna, non si entra. E nel frattempo che si fa? Come scuola abbiamo avviato un nostro controllo interno, chi rientra dopo aver concluso l’isolamento, lo fa da un ingresso separato e ci sono sempre un paio di addetti che verificano la regolarità della situazione. Fino a poco tempo fa, la scuola non aveva nemmeno accesso all’elenco dei vaccinati. Ora, almeno, abbiamo le dichiarazione dei genitori che ci facilitano nell’organizzazione dei rientri. Una collaborazione interna per superare le difficoltà burocratiche».
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