
L’opposizione di Gazzada Schianno chiede un consiglio comunale aperto
L'inchiesta sull'asfaltatura di una strada diventa "caso politico". I gruppi di minoranza spingono per avere chiarimenti in un'assemblea aperta a tutti

Che la questione diventasse politica era scontato. Le perquisizioni da parte dei carabinieri a Gazzada Schianno, legate all’ipotesi di reato di peculato e le informazioni di garanzia agli indagati cioè il sindaco Paolo Trevisan, la sua vice Anna Elisabetta Lavorgna e l’assessora Michela De Carli, sono al centro di uno scontro all’interno del consiglio comunale.

Da una parte la maggioranza compatta, sicura della correttezza dell’operato del sindaco e dei suoi assessori, dall’altra la minoranza che chiede approfondimenti. Sia Stefano Frattini, del gruppo Lega e Indipendenti, sia Minonzio di Gazzada Schianno al Centro, ex vicesindaco uscito dalla maggioranza, chiedono un consiglio comunale a porte aperte per chiarire la posizione dei tre amministratori coinvolti in questa vicenda giudiziaria.
Trevisan, Lavorgna e De Carli, assessore alle Politiche Giovanili hanno firmato la delibera di giunta numero 44 di fine luglio nella quale vengono individuate alcune vie del territorio comunale bisognose di interventi di asfaltatura. Le strade individuate per l’intervento che ha riguardato la fresatura del manto e la ribitumazione (per l’importo di 55 mila euro) erano le vie Albini, Marconi e Leonardo Da Vinci: e proprio su quest’ultima strada si è concentrata l’attenzione degli investigatori a seguito di un esposto che avvisava dell’esecuzione dei lavori su strada che sarebbe privata e dove per altro risiede uno degli amministratori coinvolti nell’inchiesta.
«Mai vista una cosa del genere a Gazzada Schianno da quando sono in consiglio comunale – spiega Frattini – La giustizia farà il suo corso ma resta la gravità di una situazione che rende questa amministrazione davvero precaria».
La giunta nel tempo ha visto dimissioni “eccellenti”, in primis proprio l’assessore ai Lavori Pubblici Roberto Carimati, che lasciò il suo in carico nel 2020, un anno dopo essere stato nominato assessore esterno.
Alfonso Minonzio è passato invece dal ruolo di vice sindaco a quello di più forte oppositore della giunta. E proprio lui, il giorno prima delle perquisizioni, aveva portato in consiglio comunale “il caso” della via Leonardo Da Vinci, chiedendo delucidazioni.
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