In aula si ricostruiscono i fatti che portarono agli arresti nella polizia locale del Verbano
Imputati l’ex capo dell’ufficio comune dei vigili e l’allora presidente. Sentito il teste che prese le redini del consorzio dopo le indagini della guardia di finanza
Passo avanti nel processo all’ex capo della polizia locale del medio Verbano Ettore Bezzolato e dell’allora presidente del consorzio di polizia locale Gianpietro Ballardin accusati rispettivamente di falso ideologico in atto pubblico, peculato, concussione, e di falso ideologico in atto pubblico e favoreggiamento.
L’inchiesta nacque da alcune dichiarazioni emerse nel corso di un processo nel quale un imputato fece riferimento ad alcuni servizi di vigilanza effettuati alle Pro Loco dagli agenti del Medio Verbano fuori dagli orari di servizio.
Gli episodi contestati in merito ai servizi effettuati a beneficio delle proloco per le feste della birra vanno dal 2007 al 2014.
Secondo Ettore Bezzolato – ex capo dell’ufficio comune di polizia locale – questa attività risulta del tutto lecita, venne segnalata anche per iscritto e prevista, e per questo ha sempre negato ogni addebito.
A questo filone di indagini si somma quello successivo – integrato in un unico processo – e riguarda un pagamento di una somma di 1600 euro trovata nell’economato del comando di Cittiglio l’ottobre 2015 su cui la procura della repubblica di Varese contesta la regolarità. Per questo fatto si arrivò all’arresto del sindaco di Brenta Gianpietro Ballardin allora presidente del consorzio di vigilanza composto da numerosi Comuni della zona del Medio Verbano. Il provvedimento giudiziario gli sarebbe valso proprio in qualità di responsabile amministrativo dell’ente.
Nella giornata di martedì di fronte al Collegio ha parlato Manuel Cinquarla nel 2014 ufficiale di polizia locale e da agosto 2015 commissario capo con la qualifica di numero uno della polizia locale medio Verbano, a seguito dell’arresto del comandante Ettore Bezzolato, incarico conferitogli dall’allora presidente del consorzio, il sindaco di Brenta Gianpietro Ballardin.
Cinquarla ha risposto alle domande del pubblico ministero che gli ha chiesto di ricostruire la situazione presente nel fondo cassa dell’Ufficio. “Non ho mai rinvenuto nessuna busta contenente denaro”, ha specificato Cinquarla. Sono state poi ricostruite alcune attività legate al pattugliamento notturno e serale presso alcune manifestazioni come concerti rock e feste della birra fra Lago Maggiore e Valcuvia: “Mai ricevuto in queste occasioni dazioni in denaro”, ha affermato Cinquarla rispondendo alle domande dei difensori degli imputati.
La prossima udienza è prevista per la fine di aprile e a margine del dibattimento, fuori dall’aula di giustizia lo stesso sindaco Ballardin ha ribadito la sua totale estraneità ai fatti: «Sono anni che questa vicenda non mi fa dormire, oltre alle ingenti spese e al tempo spesi per la mia difesa: riuscirò a dimostrare di essere estraneo ad ogni addebito contestatomi».
Una vicenda che ha profondamente segnato l’amministratore.
«Ringrazio ancora una volta i cittadini che nell’immediatezza dei fatti mi dimostrarono vicinanza e solidarietà», ha concluso il sindaco di Brenta.
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