Il ricordo degli operai della Comerio Ercole di Busto, deportati dai nazifascisti
Sempre molto sentita e partecipata la commemorazione dei lavoratori puniti per uno sciopero nel 1944. Un sacrificio che sarà ricordato da una “pietra d’inciampo”
A distanza di 78 anni Busto Arsizio ricorda ancora i deportati della Comerio Ercole, arrestati e deportati in campo di sterminio per aver organizzato uno sciopero di protesta per le condizioni di vita per chiedere la pace. Una manifestazione molto partecipata, quella organizzata al parco Comerio con in prima fila l’attuale rappresentanza sindacale della Comerio Ercole e la associazione Noi della Comerio Ercole 1885, che ricorda la storia di quegli operai che soffrirono o persero la vita ad opera dei nazifascisti.
«Manifestazione semplice, senza momento al Museo del Tessile, ma che è giusto tenere, perché non si deve dimenticare. 78 anni fa questi uomini hanno dato la vita per noi», ha detto il sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli, intervenuto con fascia tricolore come anche i rappresentanti dei Comuni di Castellanza e Legnano.
Antonelli ha anche sottolineato la presenza di alcuni giovani e bambini. «La deportazione è ancora una memoria viva qui», ha ricordato Natale Pargoletti mandando un abbraccio ai familiari di chi ha perso la vita 78 anni fa: Vittorio Arconti, Arturo Cucchetti, Ambrogio Gallazzi, Alvise Mazzon, mentre Giacomo Biancini, Guglielmo Toia e Melchiorre Comerio sopravvissero.
Alla commemorazione hanno partecipato Croce Rossa, Alpini e Marinai bustocchi, oltre alle associazioni partigiane con corona o con il gonfalone: c’erano le Anpi di Busto, Gorla Minore e Legnano e la Fivl, la Federazione italiana volontari della libertà, i partigiani “azzurri” (la giornata ricorda anche Giovanni Ballarati, Luigi Caimi, Rodolfo Mara, Bruno Raimondi e Mario Vago, caduti come partigiani).
Lo sciopero alla Comerio Ercole – come già alla Franco Tosi pochi giorni prima – era insieme protesta per le condizioni di vita e richiesta politica, soprattutto per la fine della guerra: «Maggiori razioni alimentari, riduzione degli orari di lavoro, libertà e democrazia dentro e fuori i luoghi di lavoro», come ha ricordato Giorgio Baggio, della RSU aziendale della Comerio di oggi (presente anche l’amministratore delegato Riccardo Comerio).
I nazifascisti risposero deportando sei lavoratori nel campo di sterminio di Mauthausen, da cui tre non fecero ritorno. Uno di loro era il disegnatore Vittorio Arconti, militante comunista di lungo corso: a breve sarà ricordato anche da una “pietra d’inciampo” davanti al suo ultimo domicilio, a Gallarate. Iniziativa di Anpi e Associazione Mazziniana di Gallarate, che poseranno anche due pietre d’inciampo per due donne uccise in quanto ebree: il presidente della Mazziniana Michele Rusca ha tenuto anche un breve intervento: «Solo attraverso la memoria possiamo evitare la ripetizione di quegli orrori».
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