Borsano, il quartiere di Busto Arsizio senza negozi e supermercati: “Qui la vita sociale è sparita”

Inizia dal quartiere-paese di Borsano il tour tra i problemi e le peculiarità dei quartieri di Busto Arsizio. Qui i problemi sono tanti ma in primis preoccupa la desertificazione sociale

borsano negozi chiusi

Inizia da Borsano un piccolo tour tra i quartieri di Busto Arsizio che circondano il centro cittadino. Oltre le belle piazze, le vetrine curate dei negozi, l’elegante pavimentazione e le vie della movida c’è l’altra Busto Arsizio da raccontare, quella meno appariscente e sicuramente meno sfavillante coi suoi problemi e con le sue bellezze nascoste. Con una serie di articoli proviamo a dargli voce. (per segnalare problemi e peculiarità dagli altri quartieri potete scrivere a orlando.mastrillo@varesenews.it)

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Serrande abbassate a Borsano, il quartiere senza più negozi 4 di 16

Borsano, 6 mila abitanti, pochissimi negozi e nessun supermercato

C’è la sede distaccata del Comune, c’è la Casa della Salute, c’è l’Acof con una scuola professionale e ben due farmacie ma non ci sono quasi più negozi e nemmeno un supermercato nelle vicinanze (nonostante negli ultimi anni siano spuntate strutture commerciali ovunque a Busto). Quello più vicino non è nemmeno a Busto Arsizio ma a Dairago, circa 500 metri in linea d’aria dal centro del quartiere. Questa è Borsano nel 2022, un paese a parte rispetto alla città, come è stato per molto tempo prima dell’unificazione con Busto Arsizio avvenuta nel 1928. Conta 6.562 abitanti ma girando per il centro storico non c’è più una serranda alzata. Le poche attività nuove, una pasticceria e una farmacia, aprono sui viali Boccaccio e Magenta, approfittando del passaggio di auto. Attorno alla piazza Toselli, rifatta alcuni anni fa tra le polemiche dei residenti, resiste una pizzeria (che fa asporto), un ferramenta e un’edicola/tabacchino mentre davanti alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo un bar, una gastronomia, un negozio di parrucchiere, un piccolo supermercato provano a resistere alla desertificazione.

Il semaforo di viale Boccaccio

«La nostra famiglia gestisce questo piccolo supermercato da 70 anni – dicono Marino e Alberto Pinciroli -. Abbiamo visto cambiare Borsano moltissimo, soprattutto in questi ultimi 20 anni nei quali la maggior parte dei negozi ha chiuso».  I due fratelli raccontano che il quartiere è comunque tranquillo ma sentono la lontananza dal centro cittadino, acuita ora da un semaforo sul viale Boccaccio che crea sempre problemi: «Hanno messo quel semaforo sul viale che ci fa sentire ancora più cittadini di serie B. Ogni mattina porto mia figlia a scuola e le code che si formano sul viale sono diventate infinite».

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Il deserto sociale e i problemi con la fibra ottica

Anche Emanuele Fiore, residente nel quartiere e anima di tante iniziative, sottolinea il disagio: «C’è un deserto sociale. Gli unici punti di ritrovo sono l’oratorio e il parco campone che vive grazie all’impegno dell’associazione Folklore e Sport che lo protegge dal degrado. Sto portando avanti da mesi una battaglia per far arrivare la fibra ottica nella nostra zona ma i lavori avanzano a singhiozzo e solo una parte del quartiere è stato recentemente dotato di questo servizio importantissimo». Altro problema segnalato da Fiore è l’area nella quale sostano le famiglie di circensi e giostrai da diversi anni: «Il nostro quartiere ha già dato. Quando ci sono loro aumentano i furti in zona e questo è un dato di fatto che lo stesso comandante della Polizia Locale ha sottolineato. Sarebbe anche il momento di trasferire quest’area di sosta da un’altra parte».

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Un patrimonio immobiliare in disfacimento e una cascina che crolla

E poi c’è un patrimonio immobiliare che sta degradando, alla faccia dei bonus edilizi: «Basti pensare alla fine che sta facendo la cascina Burattana, crolla un pezzo dopo l’altro col rischio che qualche senza tetto che la occupa ci rimanga dentro per sempre. Tramite il consigliere comunale Giuseppe Ferrario stiamo spingendo affinchè l’amministrazione torni ad occuparsene per arrivare ad un rilancio ma per ora abbiamo trovato solo silenzi». Non va meglio nel resto del quartiere, soprattutto nel nucleo storico dove alle serrande abbassate si aggiungono le persiane chiuse di molti edifici vetusti e senza manutenzione: «Qui vengono a vivere molti stranieri che, però, non hanno un potere d’acquisto tale da mettere mano alle ristrutturazioni. Anno dopo anno vediamo spuntare transenne che delimitano il passaggio dei pedoni a causa dei rischi di crollo di interi caseggiati» – raccontano ancora Marino e Alberto.

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Il palazzo nuovo rimasto bloccato in viale delle Ricordanza

Anche i palazzi nuovi rischiano di diventare ruderi a Borsano. È il caso del palazzo giallo di viale della Ricordanza che da quasi 15 anni rimane chiuso tra le reti di cantiere nonostante sia completato. Vittima di una serie di fallimenti immobiliari, l’edificio è sempre più in balia delle intemperie, dei vandali e dei senza tetto. Come se non bastasse l’intero marciapiede è occupato dal cantiere e i pedoni sono costretti da aggirarlo passando sulla carreggiata.

Progetti attuati e iniziative future

L’unica opera realizzata in questi anni a Borsano è il parco del Futuro, un’area verde piantumata con paulownie per volontà del consigliere comunale (borsanese) Orazio Tallarida. Il parco è proprio alle spalle dei camini dell’inceneritore ex-Accam e oggi Neutalia. Nel campo sono stati piantati una quarantina di alberi di paulownia, una pianta che ha la peculiarità di produrre molto più ossigeno di altre specie, e la capsula del tempo che contiene oggetti e desideri dei bustocchi del 2020 e che verrà dissotterrata solo nel 2040. Per il resto il quartiere è rimasto fuori da progetti di sviluppo o di rigenerazione urbana, almeno per il momento.

 

 

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Orlando Mastrillo
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Pubblicato il 22 Febbraio 2022
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