Ex lavoratori Auchan di Rescaldina vincono il ricorso e tornano al lavoro: «Una vittoria importante»
Emessa la sentenza del ricorso presentato da 8 lavoratori dell'ex Auchan che non avevano accettato l'incentivo all'esodo
La vertenza ex Auchan di Rescaldina, iniziata più di due anni fa, si chiude con il rientro al lavoro di 8 lavoratori con famiglia tra le fila della società cha ha rilevato l’attività. A deciderlo, a distanza di 16 mesi, è stato il giudice del Tribunale di Busto Arsizio che ha seguito il ricorso presentato dai lavoratori. Un traguardo importante annunciato oggi, venerdì 18 febbraio, dal segretario della Filcams Cgil Ticino Olona Fabio Toriello: «Questa sentenza ha sancito l’illegittimità della scelta aziendale praticata in sede di accordo sindacale non sottoscritto dalla CGIL riconoscendo ai lavoratori il diritto dell’immediata reintegrazione sul posto di lavoro e al pagamento delle retribuzioni arretrate a decorrere dal 01 ottobre 2020 ad oggi».
Una vittoria “storica” per Toriello che dal 2020 che sta seguendo la vicenda: «La sentenza conferma l’irragionevole e infondata posizione aziendale che abbiamo sin da subito contrastato – afferma Toriello – poiché ritenevamo ingiusto procedere all’esclusione di lavoratori che avevano, a nostro avviso, pieno diritto alla ricollocazione. In conclusione riteniamo questa sentenza un’importante vittoria in termini sindacali poiché la stessa evidenzia la centralità del diritto al lavoro ristabilendo cosi la dignità violata delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti».
Martedì 15 febbraio si è svolta la seconda udienza del ricorso presentato dalla Filcams CGIL Ticino Olona sostenuto dagli avvocati Luigi De Andreis e Emanuela Casali nei confronti di Conad, in relazione al mancato ricollocamento nel punto vendita ex Auchan di Rescaldina degli 8 dipendenti che non hanno accettato l’incentivo all’esodo e sono stati esclusi dalla nuova Gestione. «Nel corso della trattativa – spiega Toriello – per il trasferimento dei 300 dipendenti impiegati all’epoca nella ex Auchan, solo 200 ebbero la “fortuna” di passare alla nuova proprietà dal primo ottobre 2020. A differenza dei lavoratori che scelsero di aderire al piano di incentivazione all’esodo proposto dalla subentrante, otto di questi (tra cui una coppia di coniugi con due figli a carico), non vedendosi riconoscere il diritto al passaggio decisero, sostenuti dalla federazione della CGIL territoriale, di impugnare la mancata ricollocazione verso il nuovo player commerciale». A distanza di 16 mesi il giudice ha dato loro ragione.
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