A Sacconago tra luoghi da riscoprire e negozianti che tengono duro ma sperano nel distretto del commercio

Il covid ha fiaccato la resistenza dei commercianti del quartiere che ora chiedono di poter accedere ai bandi del distretto. Qui le opportunità per un rilancio ci sono tutte e c'è anche un patrimonio culturale da difendere

tour sacconago marzo 2022

Sacconago è il secondo quartiere che abbiamo visitato nel nostro giro tra le periferie di Busto Arsizio. Qui vive un decimo della popolazione della città (poco più di 8 mila abitanti) e fino al 1912 è stato comune autonomo, prima di essere accorpato a Borsano prima e a Busto Arsizio poi (qui la pagina wikipedia dedicata). Il primo quartiere era stato proprio Borsano e lì avevamo registrato tantissime serrate abbassate nel centro storico del paese e un generale decadimento di tutta la parte vecchia del borgo.

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Il prossimo quartiere che analizzeremo sarà Madonna Regina (per segnalazioni scrivete a orlando.mastrillo@varesenews.it).

C’è un cuore che batte

A Sacconago il battito del cuore continua a rallentare le pulsazioni ma ci ancora importanti segni di vita. Lo si deve ai negozianti del quartiere stanno facendo di tutto perchè il cuore del rione ricominci a pompare sangue. In questi anni, infatti, l’Associazione dei Commercianti di Sacconago, portata avanti da Paolo Genoni, Stefano Moretti e Paolo Crespi ha organizzato tante iniziative che hanno riportato i sinaghini tra le vie del loro quartiere che fosse la festa del cioccolato, quella dell’uva o il torneo di briscola in piazza. Poi è arrivata la pandemia e le serrande hanno ricominciato ad abbassarsi mentre l’associazione era costretta a stare ferma in attesa di tempi migliori.

Allargare il distretto urbano del commercio anche a Sacconago

Ora che ci stiamo lasciando, finalmente, alle spalle le restrizioni grazie anche ai vaccini, l’associazione prova a riprendere vigore e chiede al Distretto Urbano del Commercio di allargarsi anche alle periferie: «Partecipare a qualche bando sarebbe un sogno. Anche se riuscissimo a fare un decimo di quello che abbiamo in testa sarebbe già tantissimo. Sentiamo come si stanno muovendo sul centro cittadino e vorremmo che qualcosa arrivi anche alle periferie. La prima cosa che vogliamo fare è valorizzare il nostro quartiere, portare visibilità a questa realtà dall’esterno. Vogliamo creare qualcosa con i cittadini che vivono qui perchè la voglia di vivere il proprio quartiere c’è. Le persone vogliono incontrarsi, anche solo per una partita a carte in piazza come abbiamo fatto una volta» – raccontano.

Un patrimonio culturale da valorizzare

Non manca anche il patrimonio artistico da valorizzare all’interno della chiesa vecchia con affreschi del ‘500 riemersi durante i lavori di restauro: «Purtroppo le occasioni per ammirarli sono davvero rare» – ci racconta un residente. Ma Sacconago vanta anche la sede dell’Istituto cinematografico Antonioni che d’estate ospita un cineforum all’aperto, ad uso e consumo dei residenti e non solo, la Famiglia Sinaghina che custodisce la tradizione del Carnevale (mortificato negli ultimi anni dalla pandemia) e tante associazioni che mantengono viva l’aggregazione sociale. Ultimo, ma non per importanza, il cinema Lux, faro di cultura non solo per il cinema.

Dialogo aperto col Comune e con Ascom

Ne hanno già parlato con il consigliere comunale di maggioranza Paolo Geminiani un mese fa «lui si era detto molto disponibile. Col Duc direttamente, però, non ne abbiamo mai parlato». I tre negozianti ci tengono a precisare che non si sentono estranei alla città: «Noi siamo commercianti di Busto Arsizio. Collaboriamo pienamente con l’amministrazione comunale e con l’Ascom. Ci sentiamo interamente appoggiati dal Comune e dall’associazione dei commercianti che è la nostra mamma. Non vogliamo fare i separatisti». C’è molto da salvare. Qui ci sono anche sei negozi storici e almeno una settantina di attività commerciali.

Ex-casa Azzimonti e aree verdi

Il recupero dell’ex-oratorio (o ex-casa Azzimonti) è una delle grandi speranze per lo sviluppo del quartiere. C’è un progetto finanziato per recuperarla, grazie ai fondi del Pnrr per la rigenerazione urbana. I commercianti di Sacconago ci vedono un area verde ben illuminata, la nuova sede delle Poste più ampia e spaziosa dell’attuale ubicata in via Ferrer, e un luogo di ritrovo per gli anziani. A Sacconago, infatti, ci sono solo due parchi ed entrambi decentrati: uno è il parco principessa Mafalda, nell’omonima via, e l’altro è il parco dei Marinai tra via Ferrer e via Ferrini ma spesso non vengono sfruttati da chi abita nel centro storico.

Sicurezza

Per quanto riguarda la sicurezza ci è stato segnalato da alcuni residenti che l’area più preoccupante è quella di via San Carlo, una strada che parte dalla centrale piazza Carlo Noè e arriva fino a Borsano. Nel primo tratto, quello che attraversa un pezzo di centro storico, alternato a scheletri di vecchie fabbriche (qui c’era la Tiba Tricot) c’è una corte dove spesso fanno tappa auto delle forze dell’ordine: « Questo cortile è chiamato oramai “il cortile dello spaccio”. Si trova in fondo a vicolo Schiera, una traversa di via San Carlo, zona oramai famosa per chi è del posto. In questo luogo abbandonato (come si può notare dalle auto ferme lì da circa 15 anni che nessuno ha il coraggio di rimuovere) il comune ha dato inspiegabilmente una casa ad individui che hanno dato il via ad una escalation di fenomeni notturni rendendo per niente sicuro il ritorno a casa. Immagino faccia molto comodo rinchiudere in un vicolo queste cose, lontano da occhi indiscreti e dove anche le forze dell’ordine faticano ad entrare. Tanto è un problema di quelle poche famiglie che lì abitano» – ci racconta un abitante del quartiere.

Anche su questo tema i commercianti hanno provato a dare una mano: «Prima della pandemia avevamo organizzato anche una chat con un referente dei Carabinieri che faceva un po’ da controllo del vicinato. Il sistema funzionava abbastanza bene ed era apprezzato anche dalle stesse forze dell’ordine che avevano occhi sul territorio».

Fuori dal centro una distesa di villette

Sacconago si sviluppa verso ovest con una serie di villette e palazzine basse. Oltre il grumo di case addossate del centro storico le vie si fanno larghe e dritte ma persistono una serie di incroci ai quali bisognerebbe mettere mano a causa di uno sviluppo urbanistico non sempre ordinato. Ai limiti del quartiere c’è anche quel che rimane di un bosco e lo stadio dell’atletica, a fare da cuscinetto tra il paese e l’immensa zona industriale a sud-ovest: «È una zona molto tranquilla se escludiamo qualche furto nelle ville più isolate – ci racconta una residente -. Non ci sono fenomeni strutturati di criminalità, al massimo qualche ragazzino che fa festa nelle sere d’estate nel boschetto vicino alla pista oppure qualche bullo che suona il campanello di casa di un signore disabile che abita vicino casa mia».

Le case popolari di via 8 Martiri

L’altro importante progetto urbanistico, sempre legato ai fondi per il Pnrr, è la ristrutturazione integrale dei due palazzoni Aler con 40 appartamenti e 3,2 milioni di finanziamento. I due palazzi sono disabitati da molti anni e non sono mancati, in passato, episodi di vandalismo o occupazioni abusive.

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 07 Marzo 2022
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